Sarà un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti del comitato, amministratori comunali, tecnici e avvocati a cercare una soluzione al problema dei terreni agricoli da declassare. E’ la decisione presa oggi nell’incontro pubblico organizzato dal Comitato aree edificabili di Vasto nella sala conferenze della Società operaia di mutuo soccorso. Sono 57 i proprietari di terreni classificati e tassati come edificabili, ma in realtà agricoli, che chiedono il declassamento per evitare di continuare a subire batoste fiscali. Gli appezzamenti in questione si trovano in zone diverse del territorio comunale: Torre Sinello, Pagliarelli, Buonanotte, Montevecchio.
La strada è lunga e l’amministrazione comunale ha scelto la via della “variante generale al Piano regolatore per tutelare l’interesse pubblico e non interessi privati”, ribadisce più volte Stefano Monteferrante durante il convegno di cui sono relatori Michele Giannone, portavoce del Comitato, gli avvocati Salvatore De Simone e Giuseppe Gileno, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Chieti, Mario Colantonio, Si susseguono gli interventi, alcuni molto accorati, di diversi titolari di terreni, del sindaco di Vasto, Francesco Menna, e dei consiglieri comunali Edmondo Laudazi e Vincenzo Suriani. Il dibattito è moderato dalla giornalista Anna Bontempo.
A Chieti il Comune ha scelto la variante semplificata per consentire il declassamento, attuato in tre tranche per consentire di usufrirne anche ai proprietari che l’hanno chiesto successivamente al primo provvedimento. Un centinaio, in tutto, gli appezzamenti retrocessi. Lo racconta Colantonio: “Se ci sono circa 60 richieste di retrocessione, devono essere prese in considerazione dall’amministrazione comunale. A Chieti le retrocessioni sono iniziate nel 2013 attraverso la variante semplificata”, completata nel giro di “un anno e mezzo”. A una domanda di Carlo Centorami, membro del comitato e referente dell’associazione Vasto Libera, Monteferrante risponderà che, per la variante generale sono prevedibili tempi più lunghi, “non meno di tre anni”.
“I Piani regolatori – afferma Colantonio – si fanno all’inizio del mandato, altrimenti possono essere fatali. A Chieti, ho provato a rifare il Prg ma, quando ho capito che non c’era questa possibilità, ho scelto altre strade”.
Il declassamento “non è un diritto ma, tutt’al più, un interesse”, precisa Monteferrante. “La retrocessione è uno dei tantissimi problemi che affliggono il Comune di Vasto sulla pianificazione territoriale. Se accogliessimo l’istanza del comitato, dovremmo accoglierne tante altre. L’amministrazione ha deciso di procedere con la variante generale al Piano regolatore. Stiamo affrontando problemi giganteschi creati dal Prg del 2001, di cui sto raccogliendo le macerie”. Il declassamento dei terreni “è un problema non di fattibilità, ma di opportunità. Che senso ha una variante semplificata, se serve un anno e mezzo per farla? Invece è opportuno inserire le retrocessioni nella variante generale. L’amministrazione deve perseguire l’interesse pubblico e non quello privato”.
[mic_dx] “Faccio un altro lavoro, non devo cercare il consenso politico, ma cerco di amministrare come il buon padre di famiglia”, premette il sindaco. “Il Comune non fa le leggi. Ha solo un potere sulle aliquote, un potere neanche tanto discrezionale perché è legato al bilancio che, dall’inizio della crisi, ha visto tagliare drasticamente i trasferimenti statali, che prima del 2009 erano di 10 milioni di euro per il Comune di Vasto”. Sul declassamento dei terreni, “abbiamo fatto un bando per capire l’entità del problema e le coperture”, 25mila euro l’anno, secondo i calcoli del comitato. E’ opportuno fare una variante di Piano regolatore. Bisogna trovare un criterio per andare avanti”. Nel fare una variante, “dobbiamo rispettare il principi di logicità, omogeneità e coerenza del Piano regolatore”. Criteri che, secondo Monteferrante, non verrebbero applicati con una variante semplificata finalizzata a declassare i terreni dei 57 richiedenti, a causa della “disomogeneità dell’area”. Affermazioni che indispettiscono la platea dei titolari degli appezzamenti.
Alla fine, Menna accoglie la richiesta di Giannone: verrà formata una commissione, cui parteciperanno, oltre ai rappresentanti dei proprietari, “il sindaco, l’assessore all’Urbanistica, Giuseppe Forte, il dirigente Monteferrante, l’architetto Silvana Marrocco, con la consulenza degli avvocati De Simone e Gileno, non per produrre documenti, ma per individuare le linee guida da seguire”.