Cinque vittorie di fila e primo posto in solitaria nel girone di serie C silver. Inizio di stagione come da pronostico per la Ge.Vi. Vasto Basket che punta al salto di categoria. Tra i protagonisti di questo positivo avvio di stagione biancorosso c’è senza dubbio Adam Fontaine, 28enne svedese arrivato in estate per rinforzare il roster di coach Gesmundo. Sin dai primi allenamenti si è guadagnato la fiducia e la stima dei compagni, per il suo carattere solare e la sua dedizione al lavoro. Poi, una volta messo piede sul parquet, ha iniziato ad entusiasmare il pubblico a suon di canestri e con spettacolari schiacciate, suo marchio di fabbrica. Domenica, con 32 punti a referto, è stato il top scorer della Vasto Basket nella vittoria in terra aquilana.
Avete iniziato con cinque vittorie di fila, non tutte scontate, come hai vissuto questo esordio?
Le prime tre sono state più semplici, con L’Aquila e Mosciano c’è stato da lottare un po’ di più. In queste ultime partite ho iniziato lento, anche nell’esordio con Campli ci ho messo un po’ a entrare in partita, facendo 0/8. Devo lavorare su questo aspetto, iniziare la partita più pronto. Però abbiamo vinto e questo è l’importante. Non siamo ancora al top delle nostre potenzialità, ci vuole del tempo per conoscersi, per capire al meglio come gioca ogni compagno. Io oggi mi trovo ancora a dover pensare a come muovermi per uno schema, a dove si trova il mio compagno. Con il tempo si crea quell’alchimia giusta per giocare a memoria ed essere una squadra vincente. Poi abbiamo anche qualche giocatore acciaccato ma speriamo di recuperarli presto.
[ads_dx]Siete primi da soli, la strada è ancora lunga ma vincere è sempre positivo. Il primato è un aspetto che vi aiuta ad andare più forte o è una responsabilità?
Dipende, forse entrambe le situazioni. Non è facile, quando tutte le altre squadre sanno che sei la più forte e tutti vengono qui a giocare la loro partita più importante. Abbiamo una grande responsabilità e questo ci fa avere un grande obiettivo, scendiamo in campo per quell’obiettivo e non solo per giocare una partita.
In queste prime giornate hai già realizzato alcune schiacciate, tuo marchio di fabbrica, mostrando intesa con i compagni che ti servono. Le provate in allenamento?
A fine allenamento, per scherzare faccio un po’ di schiacciate, è un divertimento. Quando siamo in partita è, come ti ho detto, questione di alchimia. Tu non puoi decidere “ora faccio una schiacciata” perché questo succede quando la difesa ha fatto un errore. Sono fortunato ad avere Vincenzo e Giandomenico che mi danno dei buoni palloni per poterci provare.
È il gesto tecnico più entusiasmante del basket?
Con Michael Jordan la schiacciata è diventata il gesto tecnico che tutti volevano vedere. Ora penso che sia cambiato perché Steph Curry tira da tre in ogni modo, da ogni posizione. Io penso che, oggi, il tiro da tre sia il gesto più bello anche se la schiacciata non perderà mai il suo fascino.
Che differenza c’è tra il basket italiano e svedese?
La grande differenza è nei tifosi. Qui c’è tanta gente che segue le partite, ci sono emozioni più forti, c’è più amore per la pallacanestro.
A Vasto sei già un beniamino del pubblico.
Mi piacere giocare nel nostro palazzetto, mi piacerebbe vederlo sempre pieno. E non può che farmi piacere l’apprezzamento della nostra gente.
Curi molto la tua preparazione fisica?
Mi alleno sempre, in ogni momento, anche durante i periodi di vacanza. Mi alleno con la pallacanestro ma anche in palestra ma non per essere “grosso”, per fare i muscoli. Bisogna allenarsi in maniera armonica, così da essere sempre al top. Bisogna conoscere il proprio corpo e lavorare per stare bene.
Domenica scorsa hai chiuso con 32 punti. Un bel bottino personale.
Lo scorso anno ne ho fatti 33 come mio record personale. Una volta lì ho pensato di poter fare 34 per superarmi. Però i punti davvero contano poco se poi non vinci la partita, quello è l’importante. Certo, sono contento per questo risultato ma non posso fare 32 punti se non c’è tutta la squadra che gioca bene.
Con coach Gesmundo come ti trovi?
Molto bene, appena arrivato qui mi ha parlato a lungo, mi ha spiegato cosa si aspettava da me. Sto molto bene, è un bravo allenatore e davvero un bravo uomo.
Ti vediamo sempre girare con le cuffie, quindi immagino tu sia molto appassionato di musica. Oltre al basket cosa ti piace?
Nella mia vita ci sono musica, pallacanestro, palestra, seguo lo stile “health & fitness”. La musica mi piace molto, in famiglia tutti fanno musica. Anche io prima facevo hip-hop e r’n’b. In generale mi piace un po’ ascoltare tutto, cambia lo stile a seconda dei momenti della giornata.
L’obiettivo di squadra è vincere il campionato. C’è un tuo obiettivo personale in questo percorso?
Il mio unico obiettivo è vincere. So di essere un giocatore importante per questa squadra e ho la responsabilità di giocare al mio massimo tutte le partite. Io voglio essere il meglio che posso, non sono in partita ma anche in allenamento, per aiutare i ragazzi giovani. Spero che gli under crescano durante la stagione.
Dove vuoi arrivare?
Ora ho 28 anni, non sono più così giovane da poter dire “voglio arrivare in Nba”. Prima sì, credo che tutti i giovani lo pensino. Ora penso solo questa stagione, tutte le energie sono rivolte a vincere in questa stagione. Poi, se giochi bene, puoi crescere di livello e magari toglierti qualche altra soddisfazione. E, perchè no, proprio con Vasto.