Dopo l’evento del 3 novembre, ecco come noi, ragazzi, protagonisti della manifestazione,abbiamo “sedimentato” quanto vissuto.
3 novembre. La mattina.
Una grande bandiera tricolore, trasportata da noi tutti, piccoli, ragazzi, adulti… tutti… ha attraversato le strade del paese. Se uno di noi fosse caduto, il corteo si sarebbe fermato. Come in una guerra: ciascuno fa la sua parte, mai insignificante!
Ci siamo radunati alla “crocetta”. Ivi, ci siamo “abbeverati” non alla fontana, bensì alle parole fluenti dei seguenti “personaggi”.
Abbiamo, immediatamente , trascritto quanto veniva illustrato dalle “autorità” presenti. Abbiamo estratto i nostri cellulari, questa volta, per farne buon uso. Nessun divieto, nessun diniego. Le parole chiave sono la chiave di lettura ma anche del ricordo. Si ricordano gli eventi, si ricorda quando si deve fare un’esposizione… ma si ricordano anche i sentimenti. Il cuore, più della ragione, potrà aiutarci a trovare la chiave perché non si ripeta più quanto accaduto.
Solo stamattina, al rientro in classe, abbiamo potuto abbinare, a ciascun discorso, frasi, versi, che dalla storia locale, ci hanno consentito di sentire l’uzza pungente della storia nazionale.
Valentina Fitti
“Ha esaltato il Cambiamento della Comunità. Ha avuto una grande recezione di telefonate dalle quali si sono evinte: idee, passioni, desideri, libertà dalla solitudine. Azioni condivise, partecipare insieme. Associazioni, circolo pensionati, tutti hanno concorso a questo evento. Sono stati messi da parte sollazzi, palloni, cellulari. Saremmo bastati anche solo noi, alunni, ragazzi, bambini, per colmare questo evento”.
Per lei abbiamo trovato:
Elsa Morante, Giuseppe scopre il mondo, tratto da La storia. Romanzo legato alle vicende della seconda guerra mondiale. Il figlio minore di una maestra di scuola elementare va alla scoperta del mondo con un fervore straordinario e un entusiasmo sorprendente. Ogni cosa lo affascina.
“…Non s’era mai vista una creatura più allegra di lui. Tutto ciò che vedeva intorno lo interessava e lo animava gioiosamente. Mirava esilarato i fili della pioggia… Una delle prime parole che imparò fù ttelle (stelle). Però chiamava ttelle anche le lampadine di casa, i derelitti fiori che Ida portava da scuola, i mazzi di cipolle appese,perfino le maniglie delle porte, e in seguito anche le rondini.
Don Nicola
“Ci ha illustrato un episodio che ha rilevato in seguito ad una sua ricerca per documentarsi sulla guerra. Don Primo Mazzolari, sacerdote interventista. Chiese al vescovo di essere mandato al fronte. Divenne cappellano dei soldati che dovevano raccogliere le salme, solo alla fine della guerra. Si convertì, dinanzi all’orrore della guerra. La guerra non è giusta perché è giusto il fine. Dopo averne visto gli effetti si rese conto che tutti dobbiamo lavorare per l’amore. Solo lavorando insieme, ciascuno secondo i propri talenti, facendo la propria parte, si perviene alla giustizia“.
Per don Nicola abbiamo pensato a:
Alessandro Manzoni, I promessi sposi
Addio monti….cap.VIII.
“… Chi dà a voi tanta giocondità è per tutto ; e non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande…”.
Guido Vitelli
“La vittoria di una guerra, non è quella di una partita a scacchi, non quella che si acquisisce dopo una partita a pallone al campo sportivo. Non c’è chi vince e chi perde. A proposito di perdite: il papà muore in Sardegna il 20 settembre del 1943. Tra i militari c’erano perdite dovute ai suicidi. Non tutti avevano la forza di affrontare la sofferenza e la tribolazione. Le vittime: 126 oppure 143, secondo la maestra Fiorentina. Due figure eroiche che hanno acquisito la medaglia di bronzo al valore civile: Sanelli e L. Di Paolo. Si sono esposti alle bombe per sottrarre i corpi alle macerie!”.
Per Guido Vitelli, per le sue parole, abbiamo pensato a:
Bob Dylan, Blowing in the wind (Soffia nel vento).
“… quante morti ci vorranno prima che lui (un uomo) sappia
che troppi sono morti
la risposta amico soffia nel vento
la risposta soffia nel vento.”
Presidente tribunale Vasto
“La grande guerra, per estensione e numero di morti è stata nettamente superiore come entità. Numero di vittime nettamente superiore alla seconda guerra mondiale. Non si deve tornare più indietro”.
Ecco, per il presidente del tribunale, alcuni versi di:
Eugenio Montale, Non recidere, forbice, quel volto
“Non recidere, forbice, quel volto
solo nella memoria che si sfolla,
non far del gran suo viso in ascolto
la mia nebbia di sempre” .
Generale
“La guerra ha cementato lo spirito di unità nazionale. Cittadini da nord a sud hanno trovato coesione nel fronteggiare la sofferenza. Bisogna preservare la pace raggiunta.”
Per le parole del Generale, abbiamo pensato a :
Primo Levi, Se questo è un uomo
“… Accanto a me, serrata come me fra corpo e corpo, era stata per tutto il viaggio una donna. Ci conoscevamo da molti anni, e la sventura ci aveva colti insieme, ma sapevamo poco l’una dell’altra…”
Sindaco
“Tutti gli uomini sono uguali. È giusto e appropriato che noi compiamo questo atto. Ma… non possiamo consacrare questo suolo. I coraggiosi lo hanno consacrato. Noi viventi dobbiamo votarci al lavoro incompiuto. Solennemente si prometta che non siano morti invano“.
Citazioni di A. Lincoln: “… il sangue versato non ha colore“.
Cicerone: “… la storia è maestra di vita”.
A. Moro: “… La stagione dei diritti si rivelerà effimera se non riaffiora il senso del dovere”.
Ciascuno ha la propria “cattedrale” da costruire .
Un’aspetto ha destato il nostro interesse. Abbiamo visto “forestieri” scattare, in silenzio, senza parlare con nessuno, tacitamente, foto. Tante foto con i cellulari. Forestieri, venuti dalla Svizzera, dall’estero e non, per recarsi presso la tomba dei propri cari. Forestieri estasiati dinanzi alla bandiera che “percorreva” tutte le strade di Cupello, sorretta tenacemente da persone di tutte le età, senza distinzione. Forse, da loro, dai loro sguardi attoniti, dobbiamo apprendere l’amore nostrale, quello per Cupello. Loro apprezzano ciò che per noi è consuetudine e banalità. Riporteranno le foto all’estero: per loro non sarà stato un sollazzo… per loro che han dovuto emigrare. Forse, loro, son più vicini di noi ai lutti della guerra di un paese straziato: un paese dove sarebbero rimasti e che han dovuto lasciare. Anche per loro, abbiamo reperito alcuni versi, con i quali ci accomiatiamo .
Ugo Foscolo, A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque.
Classe 3ª A – Sc. secondaria Cupello