“Non è vero che sono caduti in Abruzzo 22800 militari. Sono stati molti di più”. Lo rivela il ricercatore e saggista Fulvio D’Amore nel convegno su La comunicazione nella Grande Guerra, che si svolge a Palazzo d’Avalos nell’ambito di Vastophil 2018, la tradizionale mostra filatelica allestito dal circolo filatelico-numismatico Rino Piccirilli.
Nel compilare i registri dei soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, numerose furono le omissioni dei burocrati dell’epoca, secondo il professor D’Amore: “Gli elenchi dei caduti sono incompleti. Nelle lapidi commemorative delle nostre città mancano parecchi nomi”, afferma nel dibattito organizzato da Vastophil insieme all’Associazione vastese della stampa, all’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo e patrocinato dal Consiglio regionale e dalla Presidenza del Consiglio comunale di Vasto.
Saluti iniziali e conclusivi affidati al vice sindaco e assessore alla Cultura, Giuseppe Forte. Convegno moderato dal presidente del circolo filatelico, Giuseppe Galasso, che introduce le relazioni di Andrea Giuso, professore associato presso l’Università La Sapienza di Roma, Fulvio D’Amore, docente e ricercatore, Andrea Lombardinilo, professore associato presso l’Università D’Annunzio di Chieti, e Mario Coglitore, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che racconta la fitta corrispondenza tra i soldati al fronte e loro famiglie sparse in tutto lo Stivale e viceversa: tra lettere e cartoline, si potevano superare abbondantemente i due milioni di missive in un solo giorno. L’iniziativa rientra nel programma ufficiale delle manifestazioni per il Centenario della Prima Guerra Mondiale.
Dopo Forte, il saluto del nuovo comandante della Legione carabinieri d’Abruzzo e Molise, generale di brigata Carlo Cerrina, che tiene a battesimo l’annullo speciale in ricordo del 9° Reggimento Alpini dell’Aquila.
Il convegno è anche corso di formazione valido per l’aggiornamento professionale dei giornalisti e attribuisce ai partecipanti 4 crediti formativi. Il professor Lombardinilo cita un concetto di Vilfredo Pareto che rimane estremamente attuale: “Propaganda e censura rischiano di avere una dimensione caricaturale”.