Tre case sgomberate. Torna a dare seri problemi il muro di contenimento dei giardini di Palazzo d’Avalos. Già parzialmente crollato a gennaio del 2015 e poi restaurato, a distanza di tre anni dà nuovi segni di cedimento. Le crepe, però, non coinvolgono la parte restaurata.
Sul crollo del 2015, la Procura di Vasto ha aperto un’inchiesta.
L’ORDINANZA – “Il muro di contenimento dei giardini napoletani di Palazzo d’Avalos, attenzionato da tempo dai tecnici del Comune di Vasto, presenta delle lesioni in prossimità della base. Da qui la decisione di interdire al passaggio ed al traffico l’area compresa tra la stessa area sottostante il muro dei Giardini e la strada comunale Via Porta Palazzo”. Lo annuncia il sindaco di Vasto, Francesco Menna, “a seguito dell’ordinanza sindacale numero 773 emessa in data odierna a seguito delle precipitazioni atmosferiche ed i rilievi tecnici eseguiti”, si legge in una nota del municipio.
“Sono stati proprio i tecnici – ha dichiarato l’assessore Giuseppe Forte – che, utilizzando sistemi di controllo molto avanzati, hanno accertato il leggero movimento in prossimità della base del muro oggetto di monitoraggio. La loro dettagliata relazione tecnica è stata rimessa nelle mani del sindaco il quale ha provveduto a segnalare la delicata situazione ai Tecnici del Servizio Genio Civile della Regione Abruzzo prontamente giunti a Vasto con l’ingegner Michele Masciarelli. Hanno fatto seguito i sopralluoghi di un geologo incaricato dal servizio di Protezione Civile e dei tecnici del Comando Provinciale dei Vigili del fuoco sempre assistiti dal personale dell’Ufficio Tecnico opere pubbliche del Comune.
Proprio in base alle loro indicazioni, a scopo precauzionale, è stato interdetto l’accesso e l’utilizzo, ad eccezione dei tecnici incaricati del monitoraggio e delle ulteriori attività finalizzate alla messa in sicurezza del muro, nell’area compresa tra il muro in questione e la strada comunale Via Porta Palazzo.
Il provvedimento è stato notificato ai proprietari degli immobili sottostanti il muro di contenimento. A seguito di accertamenti esperiti
dagli uffici comunali una sola abitazione risulta essere occupata da un nucleo familiare composto da tre persone che si vedranno costrette ad abbandonare la casa”.