Di cosa parliamo – Si fa sempre più difficile la coesistenza, a Vasto, tra la Riserva naturale di Punta Aderci e la zona industriale di Punta Penna. Dal 2017, è tornata alta la tensione tra gli ambientalisti, che non vogliono l’apertura di nuove aziende, e gli imprenditori, che minacciano azioni legali e hanno appena costituito un’associazione. Ieri Zonalocale ha espresso la sua opinione sull’annosa questione [LEGGI].
Oggi riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’ambientalista Stefano Taglioli, che per anni ha gestito la Riserva.
VASTO – “Articolo in gran parte condivisibile per misura e contenuti, ma con il difetto, se così si può dire, di non entrare nel dettaglio di una delle cose più importanti: la scelta di collocare la zona industriale nell’area di protezione esterna del Pan era finalizzata alla destinazione dei capannoni dismessi, per varie cause, al servizio della Riserva, come centro visite e musei, o ad altre finalità naturalistiche e di educazione ambientale. Ovviamente studiando e concertando fra tutti le necessarie modifiche agli strumenti urbanistici. Poco alla volta, questa cosa avrebbe permesso, creando le condizioni favorevoli, alle altre fabbriche di poter continuare la loro attività senza ulteriori tensioni o portandole a livelli fisiologici.
Questa scelta lungimirante che, ovviamente, era un patto nobile per tutti, non ha avuto invece seguito. Come pure quella, invece, scritta nel Pan, che ogni singola azienda avrebbe dovuto fare per attenuare almeno l’impatto visivo e ambientale sulla Riserva (alberature e varie, come le indicazioni sulle recinzioni) che, soprattutto turisticamente, non è cosa da poco. Oggi, invece e purtroppo, siamo arrivati a queste tensioni, dovute però anche a scelte di localizzare in zona attività industriali che per loro stessa natura trascinano tensioni e polemiche (e qui la politica e le strutture deputate a programmare questo territorio, nonché le associazioni di categoria, hanno serie responsabilità). Che fare? Tornare tutti a un tavolo per trovare una via ad una scelta responsabile del territorio, tenendo conto che la Riserva di Punta Aderci è ormai realtà irrinunciabile per il territorio grazie alla scelta lungimirante di tanti anni fa e, non lo si scordi, anche grazie a battaglie vinte contro, ad esempio, il progetto del 1994 di ridurre la spiaggia di Punta Penna ad area container per il porto.
Comunque, trattandosi di un’area naturale, Punta Penna non può essere ridotta a cartolina di facciata che, a volte, si ha la sensazione che sia la soluzione cercata da molti, da troppi. La coesistenza fra tutte le realtà della zona, agricoltori compresi, richiede la necessaria e comprensibile chiarezza per le scelte imprenditoriali, ma anche una profonda conoscenza dei meccanismi naturali che permettano la conservazione dei valori fondanti di una Riserva naturale. Cosa che spesso sembra non essere nella contezza di tutte e parti in causa”.
Stefano Taglioli