Un lettore che ha partecipato al convegno di venerdì scorso su Giorgio La Pira ci ha inviato questa riflessione di cui pubblichiamo integralmente il testo.
Il pensiero torna quasi ossessivo agli appunti presi durante il convegno organizzato dalla parrocchia di San Paolo guidata da Don Gianni Sciorra e dall’Unione dei giuristi cattolici di Vasto guidata dalla presidente Lucia Valori. La sala era gremita da volti appassionati dalla vita di questo grande personaggio che Monsignor Romano Rossi e il Professor Primicerio hanno rievocato con emozione. È stato come assistere ad una serie di lampi seguiti dal fragore del tuono, dove il lampo era il racconto del frammento della sua vita e il tuono la nostra cruda realtà d’oggi.
“Non volevo fare il sindaco, mi ci hanno violentemente posto” ricorda Primicerio. Quanti politici oggi non hanno sgomitato per quella poltrona? Conosciamo qualcuno che per le sue virtù è stato trascinato a far politica? Perché se fai politica devi essere pronto a sporcarti le mani, si sente dire oggi, ma se proprio lui diceva “se vuoi fare del bene devi fare politica!”. E’ forse questione di valori, di principi, di fede? La sua “architettura interiore” deve avergli dato quella visione che il politico, oggi, quando ricorre ai sondaggi, conferma di esserne sprovvisto.
“Mi sento libero, anarchico, solo a Dio soggetto” afferma Don Rossi ricordando la fermezza del politico santo al cospetto della balena bianca già probabilmente ammalata di potere. Chi spende il proprio coraggio oggi, tra i politici e la classe dirigente, a tutti i livelli, manifestando pubblicamente il proprio dissenso? E per di più a favore dei poveri che nulla possono restituire?
Ma forse anche La Pira, “entrato con un soldo in politica e uscito senza“, ricorda Don Rossi, aveva i suoi interessi. Credo fosse interessato al proprio percorso di santità, nulla più. Grandioso, non è vero? Soprattutto rispetto alla cifra d’ipocrisia di cui è intrisa la nostra società.
Tuttavia, è bella la luce della fede di Giorgio La Pira – “un mistico prestato alla politica” – perché la sua vita è stata anche fonte di “speranza contro ogni speranza” ricorda Primicerio, e allora lasciamoci contaminare positivamente e profondamente dalla vita umile e visionaria di quest’uomo che un giorno probabilmente diverrà santo. Perché se “nessuno ha diritto di non far politica” significa che lui parlava a me, a te, a noi che nel nostro vivere quotidiano abbiamo il dovere di migliorare – secondo le nostre forze – le condizioni di questa società, in questo spazio, in questo tempo. Qui e ora.