“Mia madre è monoreddito, vive da sola in quanto separata dal 2003 e con un mutuo sulle spalle”.
A contattarci, chiedendoci di non pubblicare per esteso il suo nome, ma solo le iniziali, F.P., è il figlio di una donna “licenziata ieri sera dal Conad Superstore di Vasto; mia madre è monoreddito, vive da sola in quanto separata dal 2003 e con un mutuo sulle spalle. Vorrei solo precisare che i licenziati sono stati in realtà 28, in quanto altre 15 persone avevano accettato i miseri 15mila euro di buonuscita proposti dall’azienda; mia madre non lo ha fatto, perchè credeva nel suo lavoro (lavorava lì da 17 anni circa) e si è ritrovata lo stesso a casa (senza la buonuscita), con una misera scusa, comunicata all’uscita del fine turno”.
Denuncia l’assenza delle istituzioni: “Io da circa cinque anni lavoro a Milano e quando sento parlare della mia terra e delle persone che la gestiscono, mi viene il sangue amaro”. Poi racconta: “Mia madre ha 57 anni, sta vivendo un brutto periodo”. Il giovane dice di nutrire dubbi sulla reale volontà di ricollocare le persone licenziate [LEGGI].
“Il Conad aveva circa 105 dipendenti, tutti assunti, da moltissimi anni, con il vecchio contratto a tempo indeterminato pre articolo 18”. Ora teme che, in futuro, possano essere assunte persone con rapporti di lavoro precari: “Ringraziamo i precedenti governi per l’eredità lasciata”.
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