“La droga era nel thermos, ma non è provato che ci fosse attività di spaccio nel locale, è una supposizione, quindi si tratta di un provvedimento di chiusura illegittimo”.
È questo in sintesi il motivo per il quale Antonello e Giovanni Cerella, legali del titolare del bar di San Salvo, presenteranno ricorso al Tar per ottenere la sospensiva del provvedimento di chiusura per 30 giorni dell’attività.
Lo stupefacente – 120 grammi di cocaina purissima e 150 di hashish per un valore complessivo di 18mila euro – è stato rinvenuto durante il blitz degli agenti del commissariato di Vasto all’interno di un thermos custodito dentro l’armadietto dello spogliatoio. Secondo il commissario Fabio Capaldo, lo spaccio avveniva nel locale nei confronti di clienti non descrivibili come “tossici di strada” [LEGGI].
Il titolare, intanto, si trova ancora ai domiciliari. Il provvedimento di chiusura – al quale è stato dato seguito sabato scorso, LEGGI – è stato firmato dal questore di Chieti Ruggiero Borzacchiello come “ulteriore segnale per chi intende svolgere attività illecite dentro locali pubblici”.
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