E’ stata associazione a delinquere. Lo ha stabilito il Tribunale di Vasto nel processo sulla truffa dell’acquisto, su Internet, di automobili tramite assegni clonati.
Il 5 ottobre il collegio giudicante, presieduto da Bruno Giangiacomo e completato dai giudici a latere Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale, ha condannato 6 imputati e ne ha assolti 4. Il verdetto è giunto a quasi 7 anni di distanza dal blitz del 30 dicembre 2011.
L’ACCUSA – Le indagini furono condotte dal Commissariato di Vasto, allora diretto da Cesare Ciammaichella. Secondo gli inquirenti, il primo contatto avveniva tramite l’iniziale scambio di informazioni attraverso un paio di siti internet, destinati alla promozione di offerte di vetture, anche di grossa cilindrata e di valore economico non indifferente. Il venerdì pomeriggio la cessione dell’auto si concretizzava col pagamento in assegni circolari solo apparentemente validi, ma in realtà clonati attraverso sofisticate tecniche di contraffazione. All’appuntamento con il venditore si presentavano generalmente in tre, l’acquirente e altre due persone che si qualificavano come il suocero e un altro congiunto. Solo all’inizio della settimana successiva, alla riapertura delle banche, le vittime, abruzzesi e molisane, costatavano il falso pagamento e il raggiro subito. Due vetture stavano già viaggiando verso il Nord Europa, ma furono bloccate prima dell’arrivo a destinazione in Austria e Germania. Le macchine, sottoposte a sequestro preventivo, furono poi quasi tutte recuperate e restituite ai legittimi proprietari.
LA SENTENZA – Condannati Sante Bevilacqua a 6 anni e 6 mesi, Davide Silano a 5 anni e 4 mesi, Paolo Zinni a 4 anni e 8 mesi, Antonio Manca a 4 anni e 8 mesi, Roberto Marinucci a 2 anni e 4 mesi e Carmine Bevilacqua a 9 mesi. Per i primi cinque, i giudici hanno anche disposto il risarcimento dei danni, da quantificare in un separato processo civile, subiti da quattro vittime che si sono costituite parte civile nel giudizio appena conclusosi.
Assolti Moreno Consorte, Marco Bevilacqua perché il fatto non sussiste, Tiziano Di Fulvio e Angelov Kosta Georgiev perché il fatto non costituisce reato.
I giudici del Tribunale di via Bachelet hanno verificato la sussistenza di una decina di raggiri ipotizzati dagli inquirenti.
Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Raffaele Giacomucci, Angela Pennetta, Alessandra Di Iorio, Vincenzo Chielli e Nico Tariddi.
Trascorsi già quasi sette anni e con il prevedibile appello che la difesa presenterà, la prescrizione incombe su questa vicenda giudiziaria.