“Mezz’ora prima è successo a me”. Dopo aver letto la notizia pubblicata da Zonalocale [LEGGI], un imprenditore di Vasto, R.N., racconta di essere entrato anche lui nel mirino degli autori di quella che, nel Nord Italia, viene chiamata la truffa delle arance.
A lui non hanno offerto agrumi, ma “meloni, mele, patate e vino. E’ andata così: davanti all’ufficio postale di via Giulio Cesare sono stato avvicinato da un uomo che, con fare molto amichevole, ha fatto finta di conoscermi, chiedendomi come stessero i miei familiari. Poi mi ha presentato quello che lui ha definito suo figlio, un giovane che mi ha stretto la mano e ha detto di chiamarsi Francesco.
[mic_dx]Il primo uomo – racconta – ha continuato a parlare e, a un certo punto, ha detto di volermi regalare un melone. Ho rifiutato, ma lui ha insistito. I due hanno iniziato a caricarmi in macchina una cassa di meloni, un sacco di patate, una cassetta di mele e una bottiglia di vino. Sentendomi in difficoltà e non volendo scontentare persone che, a quel punto, pensavo di aver conosciuto nell’ambito del mio lavoro, anche se non le ricordavo, ho dato loro 25 euro. L’uomo mi ha chiesto se gliene potevo dare altri perché, a suo dire, la frutta valeva 80 euro. Ho risposto di no e, allora, i due si sono ripresi le patate e il vino, lasciandomi meloni e mele. Ho capito come fanno a sapere il tuo nome: l’uomo ti presenta il ragazzo, che ti porge la mano e dice: ‘Piacere, Francesco’. Tu, naturalmente, gli rispondi presentandoti col tuo nome. E così iniziano a parlarti come se ti avessero cononosciuto davvero”.