Si apre un nuovo fronte nella vicenda legale scaturita dall’annullamento del Contry Festival di Vasto Marina. Tre commercianti, due vastesi e una della provincia di Perugia, che avevano allestito i rispettivi stand sul lungomare, hanno presentato una denuncia-querela nei confronti dei rappresentanti dell’associazione La Fenice, che ha organizzato la manifestazione, in programma dal 17 al 19 agosto scorsi. Un evento che, in realtà, non si è mai svolto, perché bloccato dalla polizia municipale per assenza di autorizzazioni all’occupazione di suolo pubblico.
DUE QUERELE – Dall’annullamento sono scaturite due querele. La prima, presentata dagli organizzatori nei confronti di un funzionario del Comune di Vasto, ha dato il via a un’inchiesta condotta dalla locale Procura, che ha inviato a fine agosto la polizia giudiziaria ad acquisire i documenti in municipio.
Ora la seconda denuncia-querela, presentata, attraverso gli avvocati Davide Pellegrino e Francesco Tascione, da “tre esercenti di street food”, si legge nel documento firmato dai due legali. I tre commercianti accusano La Fenice di truffa e appropriazione indebita riguardo alle somme versate, tramite bonifico o a mano, per aver diritto ad allestire ognuno il proprio stand nell’area del Country Festival. “Alle ore 11,30/12 – scrivono gli avvocati – dopo essersi posizionati ed aver montato le strutture, con grande stupore i commercianti notavano l’arrivo della polizia locale di Vasto che li avvertiva che dovevano sgomberare il luogo e che la manifestazione non avrebbe avuto luogo perché non era stato ottenuto il permesso per l’occupazione del suolo pubblico”.
Dopo l’annullamento, “nessuna restituzione ad oggi è avvenuta, nonostante le richieste e nonostante siano stati svolti altri eventi”, affermano i legali dei denuncianti.
LA REPLICA – Contattato da Zonalocale, il vicepresidente de La Fenice, Alessandro D’Alessio, replica: “Non siamo noi ad aver causato questa situazione, ma un funzionario del Comune di Vasto. Il Country Festival si sarebbe svolto, se il Comune non ci avesse chiesto il 14 agosto una polizza fideiussoria da 50mila euro, che chiaramente non avremmo potuto garantire in due giorni a cavallo di Ferragosto. Agli standisti – sostiene D’Alessio – abbiamo proposto di partecipare ad altri eventi da noi organizzati, offrendo loro di allestire i propri stand alla fiera che abbiamo organizzato a Roma. Loro, per contro, hanno scritto lettere in cui ci hanno denigrato e le hanno inviate ad altri Comuni in cui abbiamo organizzato manifestazioni. Siamo un’associazione, in questo momento non abbiamo la possibilità di restituire quelle somme, perché i soldi che riceviamo li utilizziamo per tutte le spese necessarie ad allestire le manifestazioni. A pagare i danni non dobbiamo essere noi, ma il Comune di Vasto”.