Un presunto amico di vecchia data che chiama per nome la vittima ricordando i tempi passati e che nel frattempo riempie l’auto del malcapitato di frutta marcia come gentile omaggio in cambio di qualche soldo. È la cosidetta “truffa delle arance” nota soprattutto nel Nord Italia e, ieri, approdata anche a Vasto.
L’episodio è accaduto ieri pomeriggio intorno alle 16 in via Tobruk ed è raccontato a zonalocale.it dal figlio della vittima (G.B.): “Mio padre è uscito dalla Bper di via Tobruk ed è stato avvicinato da due persone, un signore sui 50/60 anni e un ragazzo sui 25/30. I due lo hanno chiamato per nome fingendosi vecchi amici e hanno iniziato a chiedere amichevolmente informazioni sui genitori. Pur non avendoli riconosciuti, nell’imbarazzo mio padre ha risposto loro cordialmente e ha parlato della recente morte della madre avvenuta due giorni prima. I due si sono finti dispiaciuti e gli hanno offerto questo pensiero a un amico per la madre defunta, hanno preso quattro cassettine di mele e pesche dal loro furgone blu (mio padre non ricorda la marca del mezzo) e gliele hanno caricate nel portabagagli della macchina. La cassetta superiore era quasi guardabile, nelle tre casse sotto c’è quasi solo frutta marcia. A trasferimento compiuto gli hanno detto che il valore della frutta era 50 € ma che come prezzo scontato da amico avrebbero preso solo 30 €, mio padre ha dato loro i 25 € che aveva nel portafogli e i due se ne sono andati. “.
[ant_dx]Il denaro è stato chiesto con insistenza alla vittima, un 57enne di Vasto, che, preso alla sprovvista e influenzato da quella ingente e improvvisa donazione di frutta, ha ceduto. Oggi l’uomo presenterà la denuncia. È probabile che un altro complice si trovasse nella banca per appurare il nome di potenziali vittime nelle vicinanze degli sportelli. Il furgone usato era carico di frutta forse pronta per altre donazioni a eventuali vecchi amici.
Un altro metodo, quindi, per truffare ignare vittime giocando sulla leva dell’emotività. Un caso simile è accaduto a Cupello nel giugno scorso, in quel caso la donazione consisteva in “abiti” rivelatisi poi stracci provenienti dalla raccolta differenziata [LEGGI].