Il manifesto è chiaro: “Vasto Marina (piazza Fiume-ex stazione Fs) Luna Park. Servizio navetta gratuito. Tragitto: da via Roma/piazza Verdi” – in realtà via Crispi, visto che in via Roma non ci sono fermate degli autobus, né spazio per farli sostare – “a piazza Fiume dalle ore 19 alle ore 24 nei giorni 27, 28, 29 e 30 settembre”. Se il trasporto gratuito viene previsto per portare i ragazzi al luna park, quest’ultimo dovrebbe essere aperto. Invece, ieri sera, era spettrale lo scenario che offrivano piazza Fiume e l’area di risulta della ex stazione ferroviaria. Buio totale e giostre spente. Ieri il sopralluogo della commissione spettacoli, di cui fanno parte anche funzionari provinciali dei vigili del fuoco, ha rilevato l’assenza di idranti, che oggi la Sasi dovrebbe installare per consentire l’apertura dell’area divertimenti.
Il tutto mentre in piazza Marconi, nel centro storico di Vasto, l’altro luna park, quello per bambini, era aperto.
I residenti del quartiere attorno a piazza Fiume, che già nei giorni scorsi avevano sollevato dubbi sulla location delle giostre, tornano a scrivere a Zonalocale.
Sergio Ialacci chiede quali siano “i problemi insormontabili che hanno portato ad escludere l’enorme e confacente area denominata aeroporto”, così i vastesi chiamano comunemente il lungomare Duca degli Abruzzi, “ideale per installazione delle strutture, per la viabilità, per i parcheggi e, soprattutto, per la sicurezza”. Ora, afferma Ialacci, “ci rimetteranno tutti: cittadini innanzitutto, lavoratori giostrai, residenti e commercianti. Quello che sconvolge è la superficialità dall’amministrazione pubblica locale: alcuni residenti limitrofi, ad esempio, si trovano dalla sera alla mattina nell’impossibilità di accedere alle abitazioni o, peggio, vedono le proprie finestre totalmente coperte a meno di 4 metri dagli allestimenti ricreativi, cose che davvero non ho mai visto in vita mia, neanche nel più sperduto paesello sudamericano. Ma c’è di più: il servizio di nettezza urbana è sospeso, come accade ai miei genitori che risiedono in quell’area, poiché per gli operatori è ovviamente impossibile accedere in quel settore ormai cantierizzato da una settimana, con la conseguenza che i rifiuti rimarranno in strada. Mi chiedo infine, per queste conseguenze e per il fatto che l’area in oggetto si presenta come un perimetro dove sussistono più recinzioni, come si possa improntare ed avallare un piano di sicurezza credibile. Se questa situazione cerca di passare come brillante – conclude Ialacci – non vorrei mai trovarmi nei panni del suo stratega”.