Sabato scorso, 15 settembre, USB ha proclamato sciopero in Fca Sevel per i turni di recupero produzione. Allo sciopero è stata registrata una massiccia partecipazione, che ha portato con sé circa il 60% di adesione, in partcolar modo nell’officina montaggio.
“Sostanzialmente ad i lavoratori Sevel è stato comandato di recuperare la produzione persa a causa di una mancanza di forniture da parte della Blutec i cui dipendenti hanno scioperato per ragioni sacrosante. – spiega USB – In pratica gran parte del disagio che è stato creato non si scarica sulle imprese protagoniste della vicenda, bensì su altri lavoratori e cioè quelli della Sevel”.
Secondo l’USB, i lavoratori della Sevel non devono recuperare nulla, anzi “devono recuperare sulla fruizione di PAR e ferie pregresse poiché quasi la totalità di essi ne ha in accumulo in abbondanza. – spiega il sindacato – Le fermate vanno coperte con PAR collettivi visto che l’azienda ne può disporre fino a sette l’anno”.
Ed è per questo che la formula appoggiata dai firmatari, e molto probabilmente condivisa anche da Fiom dato che non ha scioperato, non è gradita ai lavoratori che hanno condiviso la protesta messa in campo da USB. “Non spetta agli operai recuperare la produzione persa per uno sciopero di altri colleghi operai di un’altra azienda”, sottolinea ancora USB.
“Dulcis in fundo – conclude la nota – riteniamo che tutto ciò vada in direzione opposta all’idea che bisogna ottenere una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro settimanale a parità di salario poiché ce lo impone la nuova rivoluzione industriale (Industria 4.0) che sta producendo, e produrrà, perdita di milioni di posti di lavoro”.