Dalla sabbia continuano ad affiorare gli scheletri. Dalla settimana di Ferragosto in poi, nella riserva di Punta Aderci, segnalate più volte ossa e teschi che riemergono dalla spiaggia, da cui l’area protetta prende nome, e dal sovrastante Colle Martino.
Queste foto, scattate ieri, ci sono state inviate da Daniele Di Guilmi.
Le ossa provengono da una fossa comune che fu scavata nel 1817 per seppellire oltre 2mila persone uccise da un’epidemia di febbre petecchiale che decimò la popolazione: Vasto perse circa un terzo degli abitanti.
Quello fu un annus horribilis per la città che, oltre al diffondersi della malattia letale, subì la frana del costone orientale (che precedette quella del 1956, di cui si conservano ancora le tracce) e un’immane carestia.
Ne abbiamo parlato in questo filmato, realizzato a gennaio 2014, con l’architetto e studioso della storia vastese Francescopaolo D’Adamo.