La Lega vuole andare al voto il prima possibile. Ed è pronta anche a ricorrere al Tar, se le regionali non si terranno entro novembre. L’ormai ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, si è dimesso l’8 agosto per incompatibilità con la carica di senatore dopo aver temporeggiato cinque mesi, fino a quando la Giunta per le elezioni del Senato non gli ha recapitato la lettera con cui gli dava 72 ore di tempo per optare tra una delle due poltrone. Il timone del governo regionale è passato, dunque, al vice presidente, Giovanni Lolli, che il 22 agosto ha firmato il decreto di scioglimento del Consiglio regionale. La data del voto, però, non c’è ancora.
E allora il partito di Salvini, che vuole sfruttare l’onda lunga delle elezioni politiche del 4 marzo, si scaglia contro il presidente vicario, “che, a quasi due settimane dalla data di pubblicazione ufficiale del decreto di scioglimento del Consiglio Regionale, non dà alcun segnale sulla data per le elezioni. Proprio quel Lolli che è arrivato a ricoprire il suo incarico senza neanche essere stato eletto.
Un ritardo dovuto alla pausa estiva? Noi della Lega Abruzzo vogliamo continuare a sperarlo: altrimenti ci troveremmo di fronte a una nuova prepotenza istituzionale, che va di pari passo con la scelta arrogante di Luciano D’Alfonso di mantenere il doppio incarico di senatore e presidente per oltre cinque mesi.
[mic_dx]Anche i pareri che ci arrivano dai nostri legali confermano che le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale debbano tenersi entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto di scioglimento, che è avvenuta Il 22 agosto scorso. Quindi entro e non oltre il 22 novembre. Tesi supportata da una sentenza della Corte Costituzionale del 2003, nonché da successive decisioni del Consiglio di Stato. E siamo certi che anche il necessario parere del presidente della Corte d’Appello andrà in questa direzione.
Se l’attuale maggioranza di centrosinistra vuole impuntarsi sulla maldestra interpretazione che, furbescamente, punta a far scadere il temine nel periodo natalizio per riuscire ad arrivare al nuovo anno, dovrà assumersi una grave responsabilità. Si sappia però che noi faremo di tutto per evitarlo: siamo pronti anche ad impegnarci sul fronte della giustizia amministrativa per impedire quello che consideriamo un vero e proprio abuso.
Anche perché, andando avanti di questo passo, gli abruzzesi continueranno a pagare fior di stipendi ai consiglieri regionali che, per legge, ora non possono svolgere alcuna attività. Un altro schiaffo ai tanti cittadini in difficoltà, un altro insulto allo Stato e al diritto. Eppure il centrosinistra di segnali di stanchezza, ormai, dovrebbe averne ricevuti tanti, da un popolo che esige il cambiamento”.