Di cosa parliamo – Nelle ultime settimane, è tornata a farsi problematica la convivenza tra ambientalisti e imprenditori a Vasto. L’oggetto del contendere è, ancora una volta, il destino dell’area in cui convivono a fatica la zona industriale di Punta Penna e la Riserva naturale di Punta Aderci. Le associazioni ecologiste si oppongono a nuovi insediamenti. Sul fronte opposto, la società che gestisce il carico e scarico delle merci nel porto di Punta Penna, l’Agenzia marittima vastese, ha annunciato una diffida ed eventuali azioni legali nei confronti di coloro che sono schierati sul fronte del no [LEGGI].
VASTO – “Non vogliamo perseguitare nessuno”, ma le nuove imprese a Punta Penna “devono generare lavoro e non provocare impatto ambientale”. L’assessora all’Ambiente del Comune di Vasto, Paola Cianci, delinea il sentiero stretto su cui si muove l’amministrazione comunale di centrosinistra per districarsi nell’annosa questione ambientale, che di recente è tornata a esplodere.
Paola Cianci, nei giorni scorsi lei ha convocato il Tavolo per l’ambiente per discutere della questione. Cosa è emerso dall’incontro con le associazioni?
“E’ stato un tavolo sollecitato dalle associazioni ambientaliste. Era, comunque, in programma una seduta a settembre, ma già in quella di luglio abbiamo affrontato le procedure in itinere, comprese le criticità del progetto presentato dalla Ecoexport”, la società bresciana che vorrebbe aprire a Punta Penna un deposito di stoccaggio di combustibile da rifiuti solidi urbani [LEGGI]. “Nel corso della riunione, le associazioni hanno illustrato alcuni passaggi delle osservazioni e ritenuto di dover attendere l’esito della procedura amministrativa in corso per decidere le iniziative da intraprendere”.
Qual è la posizione dell’amministrazione comunale di Vasto riguardo ai progetti relativi a nuovi insediamenti nella zona industriale di Punta Penna?
[mic_dx]”L’amministrazione comunale continua a prestare la massima attenzione all’impatto ambientale dei potenziali nuovi insediamenti e alla convivenza tra la Riserva naturale di Punta Aderci e l’area produttiva di Punta Penna. Fermo restando che la procedura amministrativa segue un suo iter indipendente, è giusto confrontarsi, nell’ambito del Tavolo per l’ambiente, per esaminare le criticità e avanzare proposte, come quella, poi concretizzatasi, sul pool di tecnici per la valutazione d’incidenza ambientale”.
Sulla vicenda, però, si sono registrate di recente le dure prese di posizione dell’Agenzia marittima vastese, secondo cui il “no” alle nuove aziende causerebbe un danno da milioni di euro, e di Confindustria [LEGGI], che minaccia di non sostenere Vasto come capofila della futura Zes, la zona economica speciale, che dovrebbe abbracciare una fetta del Medio Adriatico per attrarre investimenti imprenditoriali favoriti da una tassazione agevolata. Insomma, è ancora muro contro muro. E’ vero che sinistra e movimenti ecologisti vogliono spingere le imprese a lasciare Punta Penna?
“Siamo in democrazia: è bene che ci sia un dibattito, anche mediatico, sulla questione. Ribadisco che l’amministrazione pone sempre la massima attenzione all’impatto ambientale di qualsiasi attività. Voglio, però, chiarire che non vogliamo perseguitare nessuno. Che ci siano proposte relative ad attività produttive in grado di generare posti di lavoro è importante. Ma devono creare lavoro e non provocare impatto ambientale. Anche le attività turistiche presenti a Punta Penna generano posti di lavoro, ma senza impattare sull’ambiente e sulle aree protette. Quindi, nessuna persecuzione nei confronti degli imprenditori, solo un normale dibattito democratico”.