A un mese dalla chiusura prestabilita della mostra dedicata al grande pittore e artista vastese Filippo Palizzi, abbiamo incontrato l’assessore Peppino Forte che ci ha parlato del nuovo ruolo a cui assurge Palazzo d’Avalos per il futuro.
L’amministrazione comunale ha dovuto provvedere – come richiesto dalle norme vigenti e dagli organi che hanno messo a disposizione le opere di Palizzi – a una ristrutturazione dell’ala che sta ospitando la mostra. L’impianto di areazione, le telecamere di videosorveglianza e l’illuminazione resteranno in eredità al comune di Vasto che potrà finalmente aprirsi all’eventualità di eventi futuri che mirino alla valorizzazione della cultura locale (e non).
“Queste sale così recuperate ci danno la possibilità di organizzare di tutto e di più – ci ha detto l’assessore Forte -. Si sta pensando anche alla possibilità di una ristrutturazione di Palazzo D’Avalos, togliendo i quadri dei Palizzi dall’altra ala per occupare stabilmente alcune stanze e sono convinto che il Premio Vasto, che ha raggiunto la 51esima edizione (secondo per durata solo alla Biennale di Venezia), vada riportato qui, perché la gente lo visiterebbe di più. Oggi le sale le abbiamo, dobbiamo utilizzarle al meglio per fare in modo che Palazzo D’Avalos diventi uno scrigno ricco di contenuti. Quanti vastesi ci sono mai entrati? Pochissimi. I cittadini devono conoscere il bene che hanno.”
Dopo Palizzi, per cui si cercherà una proroga di un mese, l’obiettivo sarebbe quello di portare a Vasto le opere di Dante Gabriel Rossetti, il celebre figlio dell’esule Gabriele e fondatore del movimento Pre-Raffaellita.