La società che gestisce carico e scarico delle merci nel porto di Vasto diffida ambientalisti e politici. Secondo l’Agenzia marittima vastese srl, i movimenti ecologisti, sostenuti da alcune forze politiche, se riuscissero a bloccare alcuni progetti relativi a nuovi insediamenti nell’area industriale di Punta Penna, bloccherebbero la movimentazione di “circa 450mila tonnellate di nuove merci“, afferma Giacomo Cerullo, avvocato della società gerente i servizi portuali.
“Ho ricevuto mandato dalla Agenzia Marittima Vastese S.r.l., società operante da oltre venti anni nel campo dei servizi agli utilizzatori dello scalo portuale vastese – spiega il legale – per diffidare gran parte della politica locale e delle associazioni ambientaliste (o pseudo tali) alla cessazione immediata delle continue e ripetute interferenze mediatiche, oltre che nei procedimenti amministrativi in corso, perpetrate nei confronti di qualsiasi iniziativa economica ed imprenditoriale inerente la movimentazione di beni e merci nel porto di Vasto.
Tali comportamenti, poiché reiterati nel corso degli anni (e fino a pochi giorni orsono), oltre a creare procurato allarme, arrecano un danno patrimoniale e di immagine irreparabile alla mia assistita, sia in termini di mancato potenziamento delle proprie attività e difficoltà nel preservare gli attuali livelli occupazionali, sia in termini di rischio imminente di ulteriori smobilizzi degli operatori economici già esistenti. Per di più, si disincentivano continuamente gli imprenditori interessati ad investire in attività contigue al porto.
Solo a titolo esemplificativo, si citano i casi della Ditta Casillo (leader nazionale nell’importazione dei cereali) che ha deciso di insediarsi in altro porto a causa del clima di disfavore presente a Vasto e da ultimo i casi della Escal Srl e della Ecoexport Srl, oggetto di continui attacchi mediatici. Queste società avrebbero potuto movimentare sul porto di Vasto circa 450.000 tonnellate di nuove merci.
Nonostante sia stato approvato, all’unanimità, il Piano Regolatore portuale che consente incrementi di nuove attività e nuove infrastrutture, si creano artatamente campagne stampa ed iniziative politiche finalizzate a disincentivare qualsiasi tipo di attività economica, rappresentandola artatamente come foriera di inaccettabili impatti ambientali sulla vicina riserva e si aggravano in modo ingiustificato i procedimenti amministrativi finalizzati all’ottenimento delle relative autorizzazioni.
Infine – sostiene Cerullo – appare gravemente lesivo il comportamento dello stesso Comune di Vasto, il quale ha istituito formalmente un organo consultivo, il Tavolo per l’ambiente, privo del relativo regolamento di attuazione che ne disciplini il funzionamento, non esteso alla partecipazione delle associazioni rappresentative degli imprenditori, né degli stessi proponenti delle iniziative imprenditoriali tacciate di lesività ambientale.
Per tali ragioni – conclude l’avvocato dell’Agenzia marittima vastese – essendo i danni patrimoniali e non patrimoniali causati alla mia assistita già in corso di quantificazione, si diffidano le associazioni ambientaliste del vastese, e taluni movimenti e/o partiti politici facilmente individuabili, dal proseguire in tali inaccettabili comportamenti, riservandomi, sin da ora, di intraprendere ogni iniziativa giudiziaria”.
La questione ambientale torna, dunque, ad esplodere. La difficile convivenza ravvicinata tra la zona industriale di Punta Penna e la Riserva naturale di Punta Aderci ora diventa materia di scontro a colpi di carta bollata.