Con oltre 480mila metri cubi di capienza il progetto di maxi-discarica presentato dalla Cupello Ambiente si candida a essere tra le più grandi (se non la più grande) d’Abruzzo. Ripresentato a maggio [LEGGI] dopo lo strano caso del precedente progetto [LEGGI], finora il nuovo impianto negli obiettivi della società di Rocco Bonassisa (amministratore della Cupello Ambiente) che già gestisce la terza vasca a servizio del Civeta non sembrano aver sortito reazioni sul mondo istituzionale e politico locale (a eccezione di qualche singola voce con Il Cambiamento, gruppo d’opposizione cupellese).
Ad alzare la voce ora sono le associazioni ambientaliste Soa (Stazione Ornitologica Abruzzese), Nuovo Senso Civico, Peacelink e Rita Atria che hanno presentato le proprie osservazioni al comitato Via che dovrà valutare la proposta dell’imprenditore pugliese.
“La presentazione del progetto per una nuova megadiscarica da 480.750 mc costituisce un vero e proprio assalto dei privati al nuovo Piano Regionale dei Rifiuti – scrivono – Nel comune del Vastese esistono già le tre vasche del Consorzio Pubblico Civeta, di cui due esaurite e la terza attualmente in fase di uso. La gestione di quest’ultima è stata affidata con gara ad un privato, Cupello Ambiente, che ora si vuole mettere completamente in proprio realizzando, in un terreno limitrofo all’attuale polo impiantistico, una quarta vasca di enormi dimensioni pronta ad accogliere ulteriori rifiuti. È interessante notare che l’impianto attuale, sulla carta pubblico, sta esaurendo velocemente la sua capienza anche perché il gestore importa rifiuti da fuori regione secondo quanto riportato dalla stampa. Già ora vorremmo capire quali sono gli interessi che si stanno perseguendo prioritariamente con questo tipo di approccio; all’orizzonte, però, appare una totale privatizzazione dello smaltimento”.
[ant_dx]Le quattro associazioni citano poi alcuni passaggi del progetto che si mettono in contrasto con il piano regionale dei rifiuti: “L’impianto in questione non è previsto dal Piano regionale dei Rifiuti. Si arriva all’assurdo che negli elaborati progettuali depositati per la Valutazione di Impatto Ambientale la discarica viene presentata come soluzione in caso di defaillance proprio delle previsioni del Piano stesso. Che ragionamento è? Si può fondare una richiesta augurandosi, di fatto, che il Piano regionale appena approvato fallisca? Per queste ragioni le associazioni hanno depositato durissime osservazioni su questo progetto entro il termine di legge, domenica sera scorsa. Oltre agli aspetti collegati alla pianificazione regionale sui rifiuti, emerge clamorosa l’incompatibilità urbanistica dell’impianto, con retroscena quasi tragicomici. Infatti la nuova discarica sarebbe costruita addirittura sopra l’«Area vincolata ai fini dell’assorbimento dell’impatto ambientale della discarica» attuale! Puro nonsense. Si aggiungono questioni non secondarie come quelle relative alla tutela dell’ambiente idrico, in particolare del torrente Cena, già oggi classificato dall’Arta in stato ambientale cattivo oppure quelle concernenti le pesanti emissioni in atmosfera di sostanze anche molto pericolose come l’idrogeno solforato. La discarica fungerebbe anche da bio-reattore per la produzione di metano attraverso l’utilizzo di fanghi degli impianti di depurazione. Anche in questo caso in contrasto con il Piano Regionale dei Rifiuti che è già sovra-dimensionato per gli impianti che smaltiscono questa tipologie di rifiuti. Le opere di mitigazione, inoltre, appaiono solo come promesse generiche senza alcuna base concreta. Infine le associazioni ricordano il percorso piuttosto particolare di questo progetto, presentato una prima volta alla Regione sostenendo l’esistenza di accordi con il Consorzio inesistenti, addirittura per le particelle catastali. Elaborati completamente fuorvianti tanto che, dopo la segnalazione scritta della SOA, furono ritirati. Su questo aspetto nelle osservazioni si chiede se i funzionari regionali abbiano inoltrato una segnalazione alle autorità competenti in quanto i tecnici depositano elaborati di cui è asseverata l’autenticità dei contenuti e dello stato di fatto. Ovviamente si chiede alla Regione di bocciare il progetto anche perché in caso contrario arriverebbe al paradosso di bocciare di fatto il suo stesso piano rifiuti”.