Alcune sere orsono, in pieno centro di Vasto Marina, sembra (uso ogni cautela perché chi di dovere sta accertando i fatti) che siano risuonate le note di un famoso inno del Ventennio (“Faccetta Nera”) in un noto locale e che la cosa abbia suscitato le rimostranze di un passante; il tutto si sarebbe concluso con una zuffa e con gesti e parole in linea con la musica suonata poco prima.
Il fatto è finito su ANSA.IT, dove mezza Italia ha letto l’articolo intitolato: “Suonano Faccetta Nera, avvocato aggredito”, mentre sulla stampa locale esso ha suscitato un vivace dibattito politico-cultural-musicale.
Da un lato, infatti, c’è stato chi paventava “croci uncinate marcianti su Vasto” e inneggiava alla “resistenza” contro pericolose derive fasciste; dall’altro, c’era chi analizzava filologicamente le strofe dell’inno, dimostrando come esprimano in realtà una visione inclusiva ed umanitaria, lontana anni luce dai (dis)valori del Partito Fascista; nel mezzo, coloro che discettavano sulla configurazione o meno del reato di “apologia del fascismo”, stante tutta una lunghissima letteratura giuridica che si è espressa negli anni passati su casi analoghi.
Io non so se e chi abbia sbagliato: ci sono delle Autorità competenti che stanno accertando i fatti e che decideranno al meglio in merito; tuttavia, so per certo che cavalcare queste cose per cercare di rinvigorire ideologie (grazie a Dio) morte e sepolte – a destra come a sinistra, sia chiaro – sia un errore madornale.
Vasto è una cittadina a vocazione turistica e la sua immagine, non solo paesaggistica ma anche culturale, va salvaguardata a tutti i costi, altrimenti si avrà un bel dire di avere una delle dieci spiagge più belle d’Italia o il famoso “brodetto di pesce”, perché il turista moderno legge, si informa, giudica e poi decide dove fare le vacanze.
Seriamente: sono davvero l’unico a preoccuparsi del danno di immagine che il fatto in sé e, ancor più, le futili, basse disquisizioni che l’hanno accompagnato, hanno procurato a Vasto?