Il disastro del Ponte Morandi di Genova è stato un duro colpo per la sensibilità dell’intero Paese. L’evento catastrofico ha accentuato la rabbia contro le istituzioni – con la necessità incombente di trovare un colpevole per pulire qualche coscienza – così come si è acuita radicalmente la paura più tangibile riguardo alla sicurezza stradale. Aumentano le visioni fataliste sul destino ineluttabile, sull’assurdità della morte che colpisce al momento più inopportuno e si accentua la tensione di un clima già caldo di per sé.
In tutto il Bel Paese si è aperto dunque un dibattito scaturito dall’”ansia da ponte” e tramite il quale sono stati evidenziati difetti una volta tralasciati, adesso invece sotto gli occhi dell’impaurita opinione pubblica. Il “never again”, “nunca màs”, “mai più” è un messaggio internazionale che si applica anche in questo caso: bisogna impedire un’altra Genova.
Ecco perché l’Abruzzo, assieme alle altre regioni, corre ai ripari ed ora sta cercando di intervenire laddove si presentano punti critici. Eppure, quest’”ansia da ponte” sembra essere, almeno ultimamente, un fatto ricorrente. Già nel marzo dello scorso anno, dopo il crollo del ponte di Camerano (Ancona), che causò due morti e tre feriti, il comune di Vasto aveva deciso di chiudere il cavalcavia numero 277, in via San Pietro Linari, in seguito al monito pervenuto proprio da Società Autostrade spa LEGGI.
La ben più grande catastrofe genovese ha smosso ulteriormente gli animi per creare una sorta di effetto domino. Le ultime scosse di terremoto in territorio molisano ma percepite nel vastese, da questo punto di vista sono state funzionali alla necessaria chiusura del famoso Ponte sul Fiume Sangro che collega Lanciano ed Atessa, il cui disallineamento dei manicotti alla base dell’asse era già stato denunciato da Striscia la Notizia. Ci sono volute ripetute richieste dei cittadini per spingere all’esecuzione di nuovi interventi, con ricognizioni da parte di società specializzate previste per quest’anno, nonostante il presidente della provincia Marco Pupillo abbia sottolineato il continuo monitoraggio di quel tratto e che i disallineamenti non influiscono sulla stabilità del ponte LEGGI.
Diversa la situazione per ciò che concerne il Ponte sul Fiume Treste, nel territorio di Carunchio LEGGI. La stessa Provincia di Chieti lanciò un allarme 2 anni fa ma da quel momento è stato eseguito solo un sopralluogo tecnico. A maggio, Zonalocale documentò la situazione dei piloni, alcuni scoperti dall’erosione del fiume LEGGI. Per il momento sono stati raccolti circa 60mila euro e si aspetta di incaricare un ingegnere apposito che si occuperà della progettazione.
Non resta che aspettare che questi interventi vengano eseguiti, per rasserenare gli animi e impedire altre stragi.
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