Tornano a Vasto tre indagati dell’inchiesta sulla gestione del cimitero. “Il gip ha revocato ieri mattina il divieto di dimora, perché si sono affievolite le esigenze cautelari. Rimane la sospensione dal lavoro”, spiega l’avvocato Antonello Cerella che, insieme al suo collega Massimilino Baccalà, rappresenta la difesa delle tre persone che lo scorso 4 luglio erano finite ai domiciliari nell’ambito dell’operazione Eterno riposo: Franco D’Ambrosio, Antonio Recinelli e Luisito Lategano, tutti e tre dipendenti comunali.
Il provvedimento era stato emesso dal gip del Tribunale di Vasto, Italo Radoccia, nell’ambito dell’inchiesta condotta dagli agenti del Commissariato di Vasto, agli ordini del commissario capo Fabio Capaldo, e coordinata dal procuratore capo, Giampiero Di Florio. Secondo l’accusa, avrebbero creato una gestione parallela del cimitero comunale, inducendo gli utenti al pagamento di somme non dovute. L’avvocato Cerella, che difende Lategano, sostiene invece la tesi secondo cui i soldi sarebbero stati consegnati spontaneamente, a titolo di mancia, senza alcuna costrizione.
Il 28 luglio scorso la difesa aveva ottenuto l’attenuazione della misura cautelare, che ora è stata sostituita dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nei giorni successivi al blitz, gli inquirenti hanno interrogato anche gli altri 14 indagati: alcuni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, altri invece hanno fornito la loro versione dei fatti.