Il fatto. Il 17, 17 e 19 agosto, come da calendario delle manifestazioni estive, era in programma a Vasto Marina il Country Festival, organizzato da La Fenice, associazione di Grosseto. Gli espositori, provenienti da tutta Italia, sono arrivati a Vasto Marina, hanno posizionato i loro stand salvo poi scoprire, dall’intervento della polizia locale, che non c’erano le autorizzazioni per quella manifestazione. E, così, nonostante avessero saldato le loro quote di partecipazione, sono stati costretti a ricaricare tutto su camion e furgoni e, inferociti, fare ritorno a casa senza neanche riuscire a recuperare le quote versate inutilmente. “Le faremo recuperare permetendo loro di partecipare gratuitamente ai prossimi eventi in altre località”, dicono da La Fenice.
L’evento a Vasto non c’è stato e ora avrà strascichi in Procura e in consiglio comunale per fare chiarezza su quanto accaduto.
L’attacco degli organizzatori. L’associazione La Fenice imputa la colpa dell’annullamento dell’evento all’amministrazione comunale di Vasto. A più riprese, con comunicati stampa e con una conferenza a cui hanno preso parte la presidente Pamela Del Giudice, il vicepresidente Alessandro D’Alessio e i consiglieri Angelo Del Giudice e Patrizia Stortini, hanno ribadito che “il Comune di Vasto non ha voluto farci fare l’evento causandoci un grave danno d’immagine e patrimoniale“. Se la prendono con l’assessore al turismo Carlo Della Penna, che secondo loro “non si è mai degnato di rispondere al telefono e alle numerose email inviate da noi”. L’associazione ha anche presentato una denuncia presso la stazione dei carabinieri di Vasto, addebitando ad un dipendente comunale “una chiara volontà – sostiene La Fenice – di non far fare l’evento. Le motivazioni saranno poi chiarite dalle indagini“. La Fenice lamenta la richiesta di documenti “arrivata solo il 14 agosto e con solo poche ore per poterli presentare, cosa che ci ha reso impossibile fare l’evento”.
[ads_sx]La replica dell’assessore. Sulle tempistiche di richieste dei documenti ha una versione diversa l’amministrazione. “Sono stati richiesti una serie di adempimenti, come per tutti gli eventi, che non sono stati ottemperati – spiega Carlo Della Penna, assessore al turismo – . Fino al 14 agosto l’organizzazione dell’evento non aveva ancora provveduto alla presentazione di quanto richiesto dal Comune e dalla normativa, che ben dovrebbero conoscere gli organizzatori, per poter svolgere eventi di questo tipo, ovvero: scia commerciale per la somministrazione di alimenti e bevande, autorizzazione sanitaria, fideiussione, autorizzazione demaniale, autorizzazioni Asl del servizio veterinario e pagamento per l’occupazione di suolo pubblico. Attraverso l’Ufficio del Dirigente, l’organizzazione è stata sollecitata fino al 16 agosto, giorno precedente all’evento, ma nulla di quanto espressamente richiesto è pervenuto, pertanto la manifestazione è stata annullata“. In merito alla querela presentata da La Fenice, Della Penna commenta che “se hanno validi motivi di diritto per presentare una querela sono liberi di farlo“. E dall’assessore c’è anche il sostegno “per quegli ambulanti che hanno pagato per partecipare al Country festival e che sembrerebbe non siano ancora stati rimborsati“.
L’opposizione presenta un’interpellanza. Sulla vicenda è intervenuto il Movimento 5 Stelle sottolineando che “è certo che una manifestazione, la cui complessa organizzazione è iniziata a marzo, non poteva essere annullata improvvisamente e tardivamente, se non a causa della scarsa sorveglianza e collaborazione del Comune riguardo ad un procedimento organizzativo complesso e durato mesi”. Vanno oltre i consiglieri Guido Giangiacomo, Vincenzo Suriani, Alessandro d’Elisa, Davide D’Alessandro ed Edmondo Laudazi, che hanno presentato un’interpellanza da discutere in consiglio comunale in cui, oltre a chiedere conto dell’annullamento del concerto di Emis Killa del 13 agosto [LEGGI] chiedono “quali sono le reali motivazioni per le quali l’evento Country Party non è stato autorizzato e se sia a conoscenza di comportamenti non rispondenti ai principi che devono improntare il comportamento di un pubblico dipendente”. Inoltre si chiede di “sottoporre al consiglio l’opportunità di una commissione d’indagine per approfondire quanta parte di responsabilità sia da ascrivere alla struttura amministrativa del Comune e quanta agli organizzatori con particolare riferimento alla prassi adottata generalmente per l’autorizzazione degli eventi e la applicazione anche al caso concreto denunciato”. I consiglieri poi chiedono al sindaco “se intende revocare la delega all’assessore Carlo Della Penna per la gestione delle due situazioni evidenziate”.