Quanto conosciamo della ricchezza della flora e della fauna della Valle del Trigno? Poco, se non nulla, alla luce di quanto emerso dall’interessante convegno tenutosi lunedì 20 agosto alle ore 18 a Trivento (CB), presso la Sala Polifunzionale, in occasione della presentazione del libro “Giosuè Scarano. La conoscenza della flora e dell’agricoltura molisana”, una preziosa fonte di conoscenza in campo botanico, geologico e agricolo della Valle del Trigno. L’evento, organizzato dal Centro Studi Alto Vastese e Valle del Trigno, si è articolato in più parti, ognuna riguardante un aspetto diverso dell’intensa attività scientifica e sociale dello Scarano.
Ad intervenire sono stati: Domenico Santorelli, sindaco di Trivento; Aurelio Manzi, botanico e storico del paesaggio; Michele Tanno, agronomo e presidente dell’associazione Arca Sannita; Alessandro Vasile, autore della parte biografica; Ivan Serafini del Cento Studi Alto Vastese e Valle del Trigno; Nicola Norante, ornitologo.
Come più volte sottolineato durante la conferenza, obiettivo del libro è anche quello di celebrare una personalità importante come quella di Giosuè Scarano, medico e soprattutto uno dei primi botanici italiani, nato a Trivento nel 1774. Agli inizi dell’Ottocento, Giosuè Scarano censì oltre 800 specie floristiche presenti nell’area di Trivento e del suo circondario, in particolare nei territori di Montefalcone nel Sannio, Castelmauro, San Felice del Molise, Torrebruna, Montemitro, Mafalda, Palata e Tavenna. Le sue ricerche furono talmente rivelanti che fu chiamato a contribuire, con l’invio di campionari di specie censite nella Valle del Trigno, alla realizzazione dell’Orto Botanico di Napoli.
Grazie alle sue ricerche, anche la produzione agricola e le condizioni di vita nella Valle del Trigno migliorarono notevolmente con l’introduzione di specie più resistenti e con resa maggioree con la valorizzazione di specie autoctone, ma sino allora poco utilizzate; da buon illuminista, si preoccupò della la divulgazione agroalimentare di piante e ortaggi che non venivano mangiati perché ritenuti impuri o velenosi (come, ad esempio, la patata, il pomodoro).
Nel libro sono presenti nomi di specie vegetali anche nella forma dialettale, alcune delle quali estinte, il che fornisce un ottimo spunto per studiare i cambiamenti territoriali, climatici e atmosferici che hanno interessato nel corso dei secoli il nostro territorio. Tra le altre cose si è parlato anche della fauna ornitologica presente in questa valle, il cui territorio risulta particolarmente adatto a tantissime specie che decidono, nella loro migrazione dall’Africa, di venire esclusivamente in questa parte d’Italia per nidificare: è il caso, ad esempio, della cicogna nera.Oltre le specie migratorie, la valle è ovviamente ricca anche di specie autoctone e di molti uccelli notturni, che trovano rifugio nelle tipiche “cascine”, casette di pietra sparse tra le campagne dell’Abruzzo e del Molise.
La conferenza è stata un ottimo spunto di riflessione e fonte di conoscenza di argomenti e realtà che molto spesso non vengono considerate dagli stessi residenti in questo territorio, forse perché all’apparenza scontate, come appunto la peculiarità e la ricchezza naturalistica delle specie vegetali e animali che sono tipiche della Valle del Trigno. Pertanto, come affermato da Manzi: “E’ importante valorizzare personaggi come Giosué Scarano, che hanno dato lustro alla nostra terra e che consentono di riappropriarci di quell’identità che nei paesi del Meridione è andata persa”.
Sono necessari quindi eventi come questo, la collaborazione con le scuole e la promozione del territorio, anche attraverso attività culturali che rendano i cittadini consapevoli della ricchezza che li circonda e che favorisca un turismo che tra le varie cose possa sanare la crisi, anche demografica, che ha interessato e che tuttora interessa la Valle del Trigno, divisa purtroppo oggi tra due regioni, ma che per i suoi abitanti è ancora percepita come un territorio unitario.
Flavia Aquilano