Nove indagati per i lavori di completamento della diga di Chiauci. Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura finisce il consorzio di bonifica sud.
Il procuratore capo, Giampiero Di Florio, vuole fare piena luce su alcune consulenze affidate a professionisti dai vertici che, tra il 2012 e il 2016, si sono avvicendati alla guida dell’ente regionale di località Sant’Antonio Abate che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe subito un danno causato da ingiusti vantaggi economici conferiti ad alcuni professionisti tramite affidamenti avvenuti senza gare ad evidenza pubblica contemplate nel codice degli appalti, frazionando le consulenze nella durata e negli importi.
Al primo piano del palazzo di giustizia di via Bachelet si è completata, dunque, l’indagine relativa allo sbarramento di Ponte Chiauci, un’opera pubblica attesa da trent’anni per risolvere l’atavico problema della carenza idrica nel Vastese attraverso un invaso in grado di raccogliere dal fiume Trigno l’acqua necessaria a rifornire adeguatamente la zona meridionale dell’Abruzzo, che ogni estate patisce la siccità.
In corso in questi giorni le notifiche degli avvisi di garanzia e dei contestuali avvisi di conclusione indagini ai nove indagati a vario titolo per concorso continuato in abuso d’ufficio: sono Fabrizio Marchetti, ex presidente; Nicolino Sciartilli, ex direttore; Michelangelo Magnacca, responsabile unico del procedimento; gli ex commissari Rodolfo Mastrangelo e Sandro Annibali; i tecnici incaricati Sante Di Giuseppe, Giovanni Sportelli e Gilda Buda; Giuseppe Latte Bovio, procuratore di un’impresa di Casoria (Napoli).
La difesa è rappresentata dagli avvocati Giuliano Milia, Fiorenzo Cieri, Arnaldo Tascione, Pierpaolo Andreoni, Antonino Cerella, Antonio Boschetti, Giuseppe Polidori e Consuelo Di Martino. “Vogliamo analizzare con precisione la documentazione prima di esprimere la posizione dei nostri assistiti”, si limitano a dire Cieri e Andreoni.
Riguardo alle consulenze ed altre vicende, nello scorso mese di giugno l’attuale commissario del Consorzio, Franco Amicone, aveva presentato un esposto alla Corte dei Conti e lo aveva annunciato con una nota diramata alla stampa. In un successivo comunicato, Sciartilli gli aveva replicato.