“Chi, all’originalità dell’ingegno, unisce la capacità di dare forma e tradurre in atto quanto la fantasia o l’immaginazione gli detta“. Così la Treccani definisce un “uomo di genio“, una definizione che sembra calzare a pennello per Stefano Bollani. Con le sue note il musicista milanese, ma cresciuto a Firenze, come ha ricordato lui, ieri sera ha incantato il pubblico di piazza del Popolo a Vasto. La rassegna Musiche in Cortile, organizzata da Muzak eventi e giunta alla 13ª edizione, per una sera lascia il cortile di palazzo D’Avalos per essere accolta nel teatro a cielo aperto del centro storico vastese.
Bollani sale sul palco e inizia a far correre veloci le dita sulla tastiera del pianoforte. Si parte, e non potrebbe essere diversamente, dai brani jazz, per poi passare a quelli del suo ultimo album, Que Bom, registrato in Brasile. E così “Ho perduto il mio pappagallino” e “La nebbia a Napoli”, che nel disco ha la voce di Caetano Veloso, conducono Bollani in un viaggio attraverso il Sudamerica.
[ads_dx]C’è poi l’omaggio a due personaggi di spicco della cultura italiana. È struggente ma allo stesso tempo ricca di sorrisi, la sua interpretazione di Sopra i vetri, con il testo di Dario Fo e interpretata da Enzo Jannacci. Ma il concerto “Piano solo” di Sefano Bollani non è semplicemente una rassegna di brani dalle atmosfere diverse. Tiene il pubblico con l’attenzione viva quando, citando un fantomatico Gustavo Esencial, passa in rassegna componimenti del passato che trovano nuova forma divenendo, per l’appunto, più essenziali nella loro struttura.
Ad un tratto Bollani sente della musica provenire da via Adriatica, alle sue spalle, e allora si lancia in una sorta di sfida sonora coinvolgendo il pubblico. Si passa poi per Scott Joplin prima di arrivare alle ormai celebri richieste del pubblico. Bollani, taccuino e penna alla mano, raccoglie dieci brani suggeriti dai presenti che, con i loro spunti, gli danno lo spunto per lanciarsi in una lunga improvvisazione accompagnata da calorosi applausi. Si passa da Oblivion a Smoke on the water, dalla musica sudamericana a 44 gatti, senza dimenticare Il ballo del qua qua e Azzurro, brano che, tra l’altro, nell’intervista rilasciata a Zonalocale, aveva associato alla sua giornata vastese “per questo bel mare”. Un intreccio continuo di temi e di note, il tutto da lui ideato e suonato in presa diretta, che ha tenuto tutti con il fiato sospeso per capire, ad ogni passaggio, quale direzione la sua musica avrebbe preso.
La chiusura, con gli acclamati, rende ancora una volta l’ecletticità di Stefano Bollani ina serata segnata dalla sua genialità musicale e da una grande carica di ironia. “M’è morto il gatto” è una rivisitazione, in tono più che ironico, di With or without degli U2 e poi c’è Mattinata di Leoncavallo, per dare l’ultimo saluto al pubblico vastese. Applausi a scena aperta e grande entusiasmo da parte dei tanti spettatori che, dopo il concerto, hanno potuto incontrare un disponibile Bollani per autografi e foto ricordo.