“Perde pezzi il Comando di Polizia Locale di Vasto e anche le professionalità che qualificano l’attività istituzionale del corpo”.
Così Walter Falzani, segretario regionale del Diccap, il sindacato autonomo degli agenti municipali, annuncia una nuova defezione nel personale: “Ancora un agente ad andare via, a quanto pare senza fare ufficiale domanda di trasferimento, per mobilità interna in altro settore per andare a coprire un posto in Anagrafe lasciato libero da un recente pensionamento, e con l’assurdo parere favorevole del comandante Del Moro, considerando gli specifici e unici compiti da lei ricoperti nell’Ufficio comando. A ottobre 2017 – ricorda Falzani – era andato via sempre in mobilità un altro agente, fino ad allora inserito nel Nucleo infortunistica stradale. E’ venuto così a cadere l’obiettivo dell’assessore alla Polizia Barisano che a settembre 2017 nel bloccare l’esodo dal Comando aveva detto: ‘L’obiettivo che mi sono posto: rafforzamento del ruolo e dell’organico della polizia municipale, voglio lavorare per ristabilire un corretto rapporto fra i vigili, la struttura comunale e la politica. C’è assoluta necessità di capacità e di professionalità, che sono garantite dal nucleo storico. Dobbiamo aprire una pagina nuova che superi le incomprensioni del passato'”.
Secondo il sindacato, la causa del trasferimento volontario di diversi vigili è dovuta ai rapporti con il comandante: “Esodo iniziato dalla nomina a responsabile del Comando di Piazza Rossetti del tenente Giuseppe Del Moro. Da tre anni a questa parte sono andati infatti via, fra agenti e ufficiali, otto addetti. Hanno chiesto il trasferimento in altre amministrazioni o in altri uffici comunali rinunciando alla divisa.
Scelte dettate sicuramente anche da motivi familiari, ma per cui si sono rivelati decisivi i rapporti mutati all’interno del Comando”, dove, secondo il Diccap, “non vengono premiate la professionalità e l’esperienza e il benessere organizzativo è ai minimi termini. Non vengono valorizzate le abilità e si lavora demotivati e senza stimoli. Non ci sono le condizioni per lavorare serenamente: cambi turno improvvisi, ferie negate sono all’ordine del giorno.
Non dimentichiamo i due vigili arrivati la scorsa estate, vincitori di un bando di mobilità, che nel giro di pochi mesi sono scappati: hanno chiesto e ottenuto il trasferimento per interscambio con colleghi di altri comuni. Un’agente stagionale assunta neanche un mese fa pare abbia chiesto già le dimissioni.
Al Comando di polizia locale di Vasto non ci vuole stare più nessuno e le domande di mobilità aumenteranno nei prossimi giorni: troppi scontenti, soprattutto nella vecchia guardia, che non si vede riconosciuta anzianità di servizio ed esperienza acquisita dal comandante Del Moro. Esperienza e professionalità che invece, a quanto pare, sono molto apprezzate dagli altri uffici comunali visto che, appena serve personale, vengono ad attingere al Comando molto volentieri”.
L’annosa carenza di organico, dunque, sarebbe destinata ad aggravarsi a causa dei “numerosi pensionamenti degli ultimi anni e condito – afferma Falzani – dal malcontento che sta accelerando la fuoriuscita anche di chi non è pensionabile; si sono perse e si continuano a perdere professionalità specifiche, persone che avevano ruoli e competenze precise all’interno del Comando, non intercambiabili e non sostituibili di certo da agenti a tempo determinato. Di questo il Comune sembra non essere consapevole.
Più volte, in incontri con l’assessore Barisano e con il sindaco – sostiene il segretario del Diccap – è stata promessa la sostituzione del comandante, ma si è finito per ammettere che non si può cambiare perché l’ex sindaco Lapenna non vuole.
Lapenna primo responsabile della disgregazione del corpo nella passata amministrazione e primo ‘sponsor’ del comandante Del Moro in Comune.
Nessuno dell’attuale amministrazione vuole risolvere i problemi che affliggono il Corpo di polizia locale, né il sindaco e né l’assessore. Dal pensionamento del dottor Marcello in soli 5 mesi il dirigente alla polizia locale è cambiato già 2 volte dal momento che – afferma Falzani – nessun dirigente vuole essere designato a questo settore, ben conoscendo i numerosi problemi che lo affliggono” e “la mancanza di volontà politica nel risolverli”.
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