È articolata e accorata la lettera che Felice Magnacca, sindaco di Castiglione Messer Marino, ha scritto alle cariche istituzionali sovracomunali per denunciare, ancora una volta, le dure condizioni di vita nell’Alto Vastese, costretto da ormai troppo tempo a fare i conti con il rischio isolamento dovuto alla disastrata condizione delle strade. Questo il testo della lettera che il primo cittadino castiglionese ha inviato al presidente della Repubblica Mattarella, al premier Conte, ai presidenti di Regione e Provincia e al prefetto di Chieti.
“Sono trascorsi oramai 3 anni dall’evento franoso che ha coinvolto la strada provinciale 162 al km. 28+900 per l’intera carreggiata e che ha determinato l’interruzione della strada stessa per un considerevole tratto. Sono trascorsi ormai 2 anni da quando sono stati appostati nel bilancio provinciale i fondi necessari alla sua definitiva sistemazione, precisamente 1,950 milioni di euro. Sino ad oggi l’amministrazione comunale ha sollecitato, attraverso innumerevoli incontri con l’assessore delegato, con il responsabile del Settore e con il Presidente della Provincia, l’inizio dei lavori, ma tutto è risultato vano.
Oltre a quanto sopra esposto, ad oggi abbiamo ancora una frana dall’anno 2011 al km. 5 della sp 152, la quale ha ridotto notevolmente la carreggiata rendendo pericolosa la percorrenza nel tratto, soprattutto nei mesi invernali. I fondi sono stati stanziati ma siamo ancora della gara di appalto per l’affidamento dei lavori.
A questo si aggiunge che tutte le strade provinciali di collegamento tra i centri urbani (sp 152, 198, 212 e 162) presentano un manto stradale quasi inesistente, una totale assenza di segnaletica stradale e diversi punti di frana che mettono in pericolo l’incolumità dei cittadini che quotidianamente le percorrono.
Le Comunità dell’Alto Vastese, tra cui quella di Castiglione Messer Marino, vivono il fortissimo disagio di una strada interrotta, sistemata per un transito temporaneo, pericolosa e che determina un isolamento, ingiusto, iniquo e senza ragioni delle medesime comunità.
[ads_dx]Con rammarico e profonda amarezza debbo constatare l’indifferenza istituzionale rispetto alla vita, il lavoro e le relazioni dei miei cittadini. Indifferenza che non comprendiamo bene se sia dovuta alla mancanza di qualsivoglia volontà di considerare questo pezzo d’Abruzzo come degno della cura amministrativa della provincia o, forse peggio, ad una reale incapacità decisionale di coloro su cui grava la responsabilità delle scelte dell’interesse pubblico. Resta il dato inequivocabile e gravissimo dell’isolamento e del pericolo a cui si stanno costringendo le nostre Comunità e che appare come un sonoro schiaffo al coraggio di “restare”, alle scelte di non abbandonare i luoghi dell’Abruzzo montano, alla caparbietà di non far morire luoghi, cultura, economia dei piccoli borghi, di cui tutti, senza distinzione alcuna, si riempiono la bocca nelle campagne elettorali.
Denuncio, quindi, senza timore di essere contraddetto, l’abbandono dell’Alto Vastese da parte di chi è chiamato a curarne i diritti, le possibilità e le aspettative. È evidente che tutti noi siamo considerati uomini e donne privi di qualsiasi cittadinanza. È evidente che le responsabilità per l’incolumità delle persone, prima ancora che per la perdita di lavoro e di possibilità di vita, non può che essere addebitata a istituzioni che non solo non tutelano i cittadini ma appaiono distratte da interessi ben lontani da quello collettivo.
Le risorse economiche ci sono, Siamo stati rassicurati su ciò dalle più alte cariche provinciali e regionali. Non ci sono altre scuse per non procedere alla sistemazione delle arterie che consentono a molti dei miei concittadini di potersi recare al lavoro, in ospedale, a scuola.
Ora basta! Si faccia presto prima che succedano fatti tragici, prima che si uccida ogni speranza di poter continuare a vivere qui ed ora; prima che si uccida ogni forma di fiducia negli uomini delle istituzioni. Chiedo, quindi, il vostro autorevole e tempestivo intervento per modificare le sorti di una vicenda per la quale l’Italia tutta dovrebbe provare senso di vergogna e inadeguatezza”.