Nel 2007, fu tra i fondatori del Partito democratico in provincia di Chieti. A distanza di 11 anni, Angelo Bucciarelli non rinnova la tessera. Da almeno cinque anni, la sua era una voce fortemente critica nei confronti della dirigenza, regionale e provinciale, ma anche delle amministrazioni comunali di Vasto.
L’ormai ex membro della minoranza interna al circolo di piazza del Popolo abbadona il Pd “perché ha perso le sue basi culturali”, scrive in un lungo post pubblicato su Facebook. “Appare come una lenta agonia, quella che vive il Partito democratico. Un’agonia che lo sta conducendo inesorabilmente verso la morte. Il Pd è in agonia perché ha perso la sua identità e questo gli ha fatto perdere il suo popolo di riferimento. Il Pd non è più il mio partito perché ha fatto della propaganda il suo unico motivo di essere; come se il progetto politico fosse davvero quello delle tante veline pubblicate sui giornali compiacenti; come se il compito dei suoi dirigenti fosse quello di compiacere i mandarini che detengono il potere istituzionale. Il Pd non è più il mio partito perché si è identificato nelle élite e nei potentati delle tessere. Perché ha smesso di avere coraggio. Ha smesso di avere il coraggio di occuparsi delle vite delle persone e del loro futuro. Ha smesso di occuparsi dei loro difetti, ma anche delle loro virtù, delle loro emozioni e delle loro rabbie. Ha smesso di occuparsi dei loro sogni, occupandosi invece dei sogni dei suoi apparati clientelari, nei quartieri alti e lontani, sottraendo attenzione al popolo che è quaggiù. Il Pd ha perso, hanno vinto i mediocri”.
“Il Pd – scrive ancora Bucciarelli – ha perso il suo popolo, che chiedeva pane e giustizia, mentre a donato brioche a pochi fortunati. Ed oggi il popolo non ne può più delle parole vacue e ripetitive. Il Pd non è più il mio partito perché il suo unico scopo è quello di occupare il potere e distribuire denaro pubblico ai piccoli fiduciari locali; perché pensa di essere padrone dei territori e delle città”.
[mic_dx]”Mi sono stancato dei suoi governanti e della loro spocchia. Un partito pieno di anomalie, che non riunisce i suoi iscritti per anni, perché pensa che i suoi iscritti non abbiano la consapevolezza della propria iscrizione, tanto ci sono gli altri che agiscono in nome e per conto loro. Mi sono stancato di un partito pieno di contestazioni e numeri gonfiati e candidati alle cariche di partito a loro, e nostra, insaputa. Mi sono stancato del tesseramento che si gonfia o si sgonfia a seconda che ci sia il congresso o meno. Questo Pd non è più il mio partito e non rinnovo la tessera. Ma la sinistra è la mia casa, anche se diroccata, nonostante tutto. E ormai è arrivato il momento di abbandonare quella cada in rovina, quel vecchio recinto, e costruire una nuova proposta. E’ il momento di affrontare il mare aperto, racccogliendo la sfida di una nuova sinistra, che sta dove manca lo Stato, la politica, una rete sociale, a fianco di chi non ce l’ha”.