Dovremmo essere abituati all’imprevedibilità del Siren Festival ma anche quest’anno siamo stati colti alla sprovvista. Tra concerti esclusivi in barca, festival cinematografici e le location storiche ovviamente riconfermate ci si aspettava che la lista delle sorprese avesse raggiunto il suo definitivo picco. E invece non è così, il che ci costringe a restare all’erta se vogliamo continuare a godere di tutte le proposte della manifestazione.
Innanzitutto, girovagando tra i palchi del centro storico e di Vasto Marina, si scopre che il Festival si è trasformato nell’apoteosi dell’alternativismo (da intendere in senso positivo). Infatti, ogni concerto è a sé stante così come gli stili e i generi degli artisti che finiscono per creare una sorta di melting pot in cui è un piacere muoversi esplorando tra gli artisti più affini alle varie anime e sensibilità che compongono il vasto pubblico dell’evento. In questo modo si crea un target eterogeneo e variegato al contempo unito da un’unione concettuale di fondo.
È praticamente impossibile d’altronde non restare coinvolti in un modo o nell’altro e questa prima giornata in effetti l’ha dimostrato. Un piccolo assaggio è stato già offerto durante i concerti pomeridiani tra l’indie dei Dadamatto, il set acustico di Margherita Vicario e il rock dei The Rainband che si sono poi replicati a Portale San Pietro. Il palco allestito ai Bagni 51 è stato creato appositamente per lasciare spazio a una musica che si lega bene al contesto di relax in spiaggia.
Diversa la situazione per ciò che concerne i concerti del centro storico. Dopo la presentazione delle graphic novel di Marco Taddei, Simone Angelini e Nova moderata da Ratigher, sul piccolo palchetto dei Giardini d’Avalos la chitarra e voce degli Slowdive, Neil Halstead, ha regalato circa 40 minuti di suggestione avvalendosi di una chitarra e di una loop station mentre alle spalle il sole calava rendendo il cielo rosso. È sembrato di essere quasi in un contesto casalingo con un amico molto bravo nel suonare che non guarda alle imperfezioni invitando gli altri a un abbraccio intimo collettivo.
Alle 20.10 è scattata l’ora x. Le performance si sono alternate senza sosta e alcune tra queste hanno letteralmente infiammato il pubblico del Siren come nei migliori concerti delle precedenti edizioni. Il folk rock di Ryley Walker con la sua vena jazz ha aperto le porte di Palazzo d’Avalos. Ai saluti finali ecco che la prima migrazione ha invaso Piazza del Popolo per assistere a una delle novità – in termini di genere – del festival ma in realtà tra i pilastri dello shoegaze britannico. Si tratta degli Slowdive, con alle spalle una carriera ventennale, la cui esibizione si è districata tra classici come Catch the breeze e Sugar for the bill creando un perfetto connubio tra potenza e delicatezza del suono.
Il tempo di finire e già si deve scegliere tra Myss Keta a Portale San Pietro e Lali Puna a Palazzo d’Avalos. Una scelta apparentemente facile, dato che i due artisti sono diametralmente opposti. Da una parte dunque la famosa irriverenza di Myss Keta, regina della trap, protagonista di un contatto assiduo con il pubblico; dall’altra i tedeschi Lali Puna, più distaccati e raffinati, che nel loro approccio indietronico ricordano quasi i Tycho della prima edizione del 2014.
Da quel momento spazio a un crescendo dance che introduce come protagonista assoluto Cosmo. Probabilmente il più acclamato, l’artista torinese ha cercato di realizzare visivamente e musicalmente lo scopo prefissato nel suo ultimo album Cosmotronic, a cavallo tra elettronica clubbing e cantautorato. Molti dei suoi brani – come Le Voci o Sei la mia città – sono stati interamente cantati e ballati dal pubblico ma spazio è stato dedicato anche alla sua vena più sperimentale in un flusso di onde sonore senza pause.
I successivi due artisti, i tedeschi Mouse on Mars e i belgi 2manydjs si sono mossi a cavallo tra musica dance e techno completando la fase della serata incentrata sul dj-set. Una serata poi conclusa da Any Other nel contesto dei Giardini d’Avalos, diventati luogo di ritrovo per i set più raccolti e, soprattutto, appoggio per i più stanchi e provati dalla lunga giornata.
Come dicevamo però, il Siren è abituato a sorprenderci. Al tramonto Nicolò Carnesi si è esibito su un balcone tra Piazza del Popolo e Portale San Pietro in un concerto fuori programma che ha aggiunto alla giornata un’ulteriore vena di stupore ed emozione.
Buona la prima, come si suol dire. Non è ancora finita, tuttavia. Appuntamento domani, in tutte le location con grandi artisti ed headliner come PiL, dEUS, Colapesce e Bud Spencer Blues Explosion.
Alessandro Leone
foto e video Giuseppe Ritucci