C’erano le ciminiere di Vasto Marina: due fornaci e un sansificio. Una manifattura tabacchi vicino allo stadio Aragona, in pieno centro, poi spostata in corso Mazzini, dove si trovavano anche un lanificio e un sansificio.
Ma nella Vasto che fu esistevano anche un candelificio sulla balconata orientale (prima della frana del 1956) e le produzioni più disparate, come il dentifricio alla mirra e i profumi.
Il tutto prima dell’ampliamento del porto (la realizzazione del molo di ponente con la conseguente eliminazione di un’attrattiva naturale: lo scoglio spaccato) e la creazione della zona industriale di Punta Penna.
Sembrerà paradossale, ma fu proprio l’allargamento del bacino portuale, per far spazio alle attività commerciali e industriali, a far nascere la spiaggia di Punta Penna e a preservare il tratto di costa immediatamente a nord dalle speculazioni edilizie. Fu quello il presupposto dell’attuale Riserva naturale di Punta Aderci.
Con l’architetto Francescopaolo D’Adamo ripercorriamo brevemente la storia dello sviluppo produttivo di Vasto, con alcuni cenni al Settecento, passando poi all’epoca moderna e all’età contemporanea. Scoprendo che di sicuro sono cambiate le aziende, molto meno la mentalità.