È ormai guerra legale aperta tra Comune di San Salvo e i due ricorrenti contro le ordinanze e i regolamenti che disciplinano gli orari della musica all’aperto. L’ultima puntata della saga iniziata l’anno scorso è del 22 giugno, quando il Tar ha accolto l’istanza cautelare disponendo alcune restrizioni al regolamento votato in consiglio comunale [LEGGI].
La giunta sansalvese ha dato mandato al legale Donatella Aquilano di ricorrere in Consiglio di Stato non solo per quest’ultimo atto del tribunale amministrativo, ma anche per la precedente condanna relativa all’ordinanza del 2014 [LEGGI].
Scatta così un doppio ricorso in appello che l’amministrazione spera ponga fine a una diatriba che va avanti da tempo tra l’ente, una turista e l’amministratore di condominio del Villaggio Helios (una serie di appartamenti a ridosso di piazzale Cristoforo Colombo, dove si concentra la gran parte degli spettacoli estivi) e alcune delle attività turistiche della marina.
[ant_dx]LE PRECEDENTI PUNTATE – Nell’aprile 2017 i due presentarono ricorso al Tar contro l’ordinanza del 2015 lamentando l’eccessivo volume della musica degli eventi all’aperto (pubblici e privati) durante l’estate. Il Tar lo accolse annullando l’atto di Tiziana Magnacca. Il Comune, quindi, si rivolse al Consiglio di Stato che confermò quanto stabilito dal Tar.
Con l’annullamento, quindi, tornò in vigore la precedente ordinanza, quella “gemella” del 2014 portandosi dietro un nuovo ricorso al Tar che all’inizio del giugno scorso la annullò (condannando il Comune alle spese). Nel frattempo, però, l’amministrazione comunale è corsa ai ripari predisponendo un regolamento poi approvato dal consiglio comunale (sistemando, quindi, uno dei punti critici sollevati dal tribunale amministrativo, ovvero la natura regolamentare dell’atto che doveva passare per l’assise civica e non solo sulla scrivania del sindaco).
Ordinanza 2014 annullata, quindi tutto finito? No, amministratore di condominio e turista ricorrono anche contro il regolamento. Il Tar rinvia la discussione nel merito al marzo 2019, ma accoglie l’istanza cautelare predisponendo alcune limitazioni (in realtà già presenti nello stesso regolamento) e condannando nuovamente l’ente al pagamento delle spese.
In questa lunga battaglia finora c’è un dato poco chiaro. Quante sono le famiglie che vivono il disagio decidendo di adire le vie legali per far abbassare il volume di una località balneare che cerca di costruire anno dopo anno la propria identità. Nella sentenza del Tar del 4 giugno scorso (quella sull’ordinanza 2014), si legge come il ricorso non possa essere considerato da parte di tutto il condominio perché sono sconosciuti la totalità dei componenti dell’assemblea e il numero di un’eventuale maggioranza delegante.
Finora, quindi, l’estenuante tiritera sembra essere tra l’ente e due soli ricorrenti che – pur legittimamente – stanno impugnando gli atti amministrativi riguardanti un’intera località balneare.