“Duole constatare come la programmazione della città avvenga senza una logica, senza una strategia. A ciò contribuisce anche l’estrema invadenza di associazioni nelle decisioni di scelte strategiche della città che vengono sbandierate con il vessillo della ‘democrazia partecipata’ quando, seppur importanti, dovrebbero essere relegate a ruolo consultivo e non decisionale”. A dirlo è Antonello Di Campli Finore, responsabile cittadino di Ali (Alleanza Liberaldemocratica per l’Italia), in merito alle sorti dell’ex tracciato ferroviario della Sangritana, da tram treno, a filobus a ciclovia [LEGGI QUI].
“Innanzitutto il tracciato risulta ancora attivo, – fa notare Di Campli Finore – e nessuno lo ha ancora dismesso, pertanto al momento non risulta possibile effettuare alcuna operazione. Inoltre, per chi va dichiarando che ci sono 3 milioni a disposizione per l’ex tracciato, quei soldi sono fondi destinati per il settore ferroviario, perché ottenuti per il ripristino (eventuale) della ferrovia, non per creare altre opere. Ma c’è anche da aggiungere che se si vuole realizzare la ciclovia, bisognerà in parte rivedere alcuni tratti di tracciato perché, proprio il tracciato realizzato più di 100 anni fa, in molte zone della città ha reso impossibile lo sviluppo per la sua presenza. Ed allora ci si chiede: – prosegue – perché realizzare una ciclovia su un sedime che “strozza” la città, che ha reso impossibile il completamento di strade o infrastrutture o addirittura intere zone?”-
Per Di Campli Finore, quindi, dove il tracciato risulta essere da intralcio all’espansione della città, dovrebbe essere eliminato e trovare un’altra sede per la ciclovia, creando un percorso adatto, ad hoc.
“Ad ogni modo pare strano questo cambio di rotta: in campagna elettorale il candidato PD Camillo D’Alessandro ha realizzato un video per presentare il treno dei due mari. Ed ora, passiamo dal treno alle biciclette? – si chiede il responsabile di Ali – A [mar_dx] mio sommesso parere, appare sempre fuori luogo da parte delle amministrazioni locali esternare volontà e progetti su infrastrutture che le stesse non “controllano” direttamente e che sono di respiro addirittura nazionale, come gli ospedali o le ferrovie o la mobilità. Si scade nella becera demagogia. Molte decisioni in merito alla pianificazione vanno prese considerando necessità e progetti di carattere più esteso, confrontandosi con Enti quali Regioni”.
Ma le priorità della città, secondo Antonello Di Campli Finore sono altre, non certo la ciclovia. “E se proprio si vuole fare un discorso ambientalista e di mobilità, allora, dovrebbe essere ripristinato il treno – conclude – poiché i potenziali ciclisti (che sono, purtroppo, una risicata minoranza della popolazione) non riuscirebbero a compensare i costi della manutenzione della struttura, a cui non si pensa mai tranne quando, poi, si devono redigere i bilanci”.