Di cosa parliamo – A Vasto le sedute del Consiglio comunale sono lunghissime: in media, durano 12 ore. A volte anche 15. La scorsa settimana Davide D’Alessandro (Lega) ha rilanciato la proposta di tagliare i tempi dei discorsi in Aula. Dalla maggioranza di centrosinistra sono arrivati segnali di condivisione [LEGGI]. Ma, nel centrodestra, Fratelli d’Italia frena.
Vincenzo Suriani, consigliere comunale di Fratelli d’Italia. Davide D’Alessandro della Lega propone di accorciare i tempi delle sedute del Consiglio comunale e dal centrosinistra arrivano i primi segnali di condivisione della proposta. Lei è d’accordo?
“Guardi, mi fa sorridere il fatto che in una città che vive un’insicurezza crescente, con atti vandalici e crimini quotidiani, e dove l’erba sui marciapiedi è alta cinquanta centimetri, la priorità dell’amministrazione possa essere ridurre la durata dei consigli comunali. Venendo nel merito, la proposta del collega D’Alessandro, che stimo, è una sua iniziativa personale che non è stata condivisa coi colleghi di minoranza e alla quale, tra l’altro, la gran parte dei colleghi di minoranza sono contrari. Questo non vuol dire che non si possa discutere del regolamento del consiglio comunale, ma semmai per aumentare le garanzie a tutela della trasparenza e del cittadino.
Non accetteremo proposte unilaterali della maggioranza, solo modifiche condivise e proposte concordate, e lo dico alla Presidente Molino, concordate prima che giungano in Commissione: semmai mettano lo streaming obbligatorio nel regolamento del consiglio e delle commissioni, accettino di modificare il regolamento nei punti che riguardano la commissione di vigilanza che oggi spesso viene bloccata con cavilli e escamotage (anche essi regolamentari, ma puntualmente sollevati da Lapenna), varino il regolamento sulla partecipazione diretta e allora accetteremo anche di discutere dei tempi di intervento. In caso contrario questo tentativo di riformare il regolamento sarà solo una perdita di tempo, e del resto le priorità di Vasto sono ben altre”.
Perché a Vasto i Consigli comunali durano così a lungo, più che in altre città con lo stesso numero di consiglieri, e persino più della precedente consiliatura, che pure ha vissuto discussioni interminabili?
“I consigli comunali durano molto per tre motivi: il primo è che se ne fanno pochi, e quindi gli argomenti da trattare si accumulano, a volte per settimane o mesi. Il secondo è che la maggioranza molto spesso arriva al consiglio con idee confuse e delibere sbagliate, che fanno perdere tempo all’assise. Ad esempio nell’ultimo consiglio, a seguito di un errore formale rilevato dal collega d’Elisa e ammesso dalla stessa maggioranza, il consiglio si è prolungato per due-tre ore solo in attesa che la giunta risolvesse il guaio che lei stessa aveva provocato. Il terzo è che la maggioranza non fa mai conoscere le sue proposte all’opposizione prima del consiglio, e quindi l’unico modo per dibattere sulla sostanza dei provvedimenti è farlo in aula. Se ci fosse maggiore condivisione delle proposte prima, e maggiore attenzione ai suggerimenti del centrodestra, allora molte discussioni sarebbero decisamente più veloci e meno accalorate”.
Lei da unico consigliere di FdI, interviene, come suo diritto, su tutte le questioni all’ordine del giorno, sia nel dibattito che nelle dichiarazioni di voto. Spesso i suoi discorsi, fortemente polemici, innescano il botta e risposta con alcuni consiglieri di maggioranza. Si sente in parte responsabile della durata eccessiva delle sedute?
“Guardi, il problema non è questo, ma semmai risiede nella legge elettorale. I consiglieri di minoranza, che rappresentano metà della città, se non di più, sono soltanto nove, contro i sedici della maggioranza. Siamo in nove, non abbiamo uffici che lavorano per noi, dobbiamo leggere le carte da soli e fare le nostre proposte da soli, e per mesi in Comune non ci è stata nemmeno data una stanza dove riunirci. Eppure ognuno di noi nove rappresenta le istanze di migliaia di vastesi, io per esempio rappresento da solo in consiglio 1149 cittadini che hanno votato Fratelli d’Italia alle elezioni comunali. Alcune volte intervengo per venti minuti e altre no, ma lo faccio per porre domande all’amministrazione più che per fare polemiche. Ripeto, è una possibilità, e non un obbligo. Ma non credo che il problema siano i venti minuti concessi ai consiglieri comunali, il problema è che l’amministrazione Menna è incapace di dialogare, vuole fare muro contro muro su tutto, non si confronta con noi, e allora ben vengano le garanzie regolamentari che tutelano le minoranze, altrimenti si assisterebbe a uno scenario dittatoriale”.