E’ stata la prima ginecologa dell’ospedale Renzetti di Lanciano e i ricordi di quel primo giorno in reparto è ancora vivo in Rosanna Lorefice che qualche giorno fa, il 15 giugno scorso per la precisione, ha salutato non senza emozione, il luogo dove ha svolto la sua professione con dedizione, professionalità e competenza.
L’abbraccio sincero e sentito dei colleghi, del personale infermieristico, dei pazienti è stato ed è il riconoscimento più vero al lavoro di tutti questi anni. “Sono arrivata a gennaio del 1979 – racconta la dottoressa Lorefice che quasi non si rende conto di essere andata in pensione – non c’erano nemmeno le divise per le donne ginecologhe, facevo fatica a spiegare alle pazienti che ero un medico, non una ostetrica, come pensava la maggior parte delle signore ricoverate, in un misto di stupore e perplessità. Erano davvero altri tempi e non è stato facile conquistare la fiducia, la stima e il rispetto, ci sono voluti tanto lavoro e un’infinita pazienza. Sono stata aiutata dalla passione per la mia professione, una passione che non mi ha mai abbandonata nemmeno nei momenti più difficili e che mi ha permesso di superare anche situazioni complicate. Ma la mia crescita professionale – ricorda – la devo soprattutto dalla fortuna di aver lavorato in un reparto che sotto la guida del dott Michele Buonerba era un punto di riferimento per l’ostetricia e la ginecologia abruzzese”, sottolinea con orgoglio. Il 19 marzo del 1979 è una data che rimarrà indelebile nella sua memoria perché legata al primo parto al quale ha assistito.
Negli anni ’90 quando si cominciò a parlare di menopausa fu proprio il dott. Buonerba ad affidarle l’organizzazione e il funzionamento di un Centro specifico che in pochi anni diventò un esempio conquistando riconoscimenti ambiti e premi a livello nazionale. Il merito di Rosanna Lorefice è stato anche quello di diffondere nel nostro territorio una cultura della menopausa non basata solo sulla passiva accettazione, su una sorta di rassegnazione che prima nelle donne era il sentimento dominante. Con grande sensibilità, aperta all’ascolto, ha sempre curato non solo i problemi di salute ma anche i disagi, le paure, le insicurezze legati a un periodo delicato per le donne, spingendole a considerare l’età perimenopausale [mar_dx] a un’opportunità per fare prevenzione al fine di vivere meglio l’altra stagione della vita.
E a sentire le donne c’è proprio riuscita perché sono tantissime quelle che la ringraziano per l’aiuto ricevuto. Un aiuto che è andato oltre i confini del Renzetti. E’ noto in città l’impegno nel sociale, la disponibilità, l’attenzione e la cura con cui si è adoperata e si adopera nei confronti di chi ha bisogno, di chi vive condizioni di fragilità. E sono soprattutto le donne al centro del suo instancabile fare.
La dottoressa Lorefice fa inoltre parte di alcune associazioni culturali che operano in città con progetti e iniziative e il suo contributo è stato spesso determinante nell’individuare soluzioni anche per casi che sembravano davvero difficili da risolvere. Non solo un medico, dunque, ma una donna dai molteplici interessi, animata da una profonda umanità che guarda al futuro non da “pensionata” ma con l’entusiasmo e la vivacità di chi ha ancora molto da dare.