Una ricostruzione non aderente alla realtà e una gestione – quella attuale – non priva di ombre. Nicolino Sciartilli ex direttore del consorzio di bonifica Sud replica alle dure parole di qualche giorno fa di Franco Amicone, attuale commissario dell’ente, e passa al contrattacco.
L’ESPROPRIO – “In riferimento all’esproprio del fabbricato di Lanciano, il sottoscritto chiarisce che il suo incarico di direttore è cessato il 07.09.2015 e quindi prima che venissero svolte le otto aste giudiziarie e che l’immobile venisse venduto il 13.12.2017. Peraltro, dal mese di settembre 2015 si sono susseguiti tre commissari, i quali si sono avvalsi della collaborazione di dieci professionisti, costati tanti soldi, di cui tre di essi con incarichi ‘di riesame documentale e di riordinamento gestionale’. Il consorzio aveva già deciso di vendere l’immobile, anche su raccomandazione del collegio sindacale, ed il prezzo di euro 1.216.000,00 (della seconda asta pubblica esperita dall’ente stesso) era già di gran lunga inferiore a quello stabilito per la prima asta giudiziale (euro 1.270.000,00)”.
[ant_dx]LA STRUMENTAZIONE DELLA DIGA DI CHIAUCI – “In riferimento alla contestazione relativa ai presunti contratti di appalto stipulati con Boviar S.R.L. e aventi ad oggetto il servizio di lettura della strumentazione di monitoraggio della diga di Chiauci, si precisa che non è stato il sottoscritto a consentirli ed a avallarli né tantomeno poteva impedirli. Non era il Responsabile Unico del Procedimento dei servizi medesimi e pertanto non ha firmato le convenzioni con la Boviar S.R.L”.
LE CONSULENZE – “In riferimento alla contestazione relativa alle convenzioni, di incarico agli ingegneri responsabili dell’esercizio e della sicurezza della diga di Chiauci, si precisa che esse sono del 26.11.2010, quando ancora il sottoscritto non ricopriva la carica di direttore unico del consorzio. Non era il responsabile unico dei lavori di Chiauci e, pertanto, non è stato il sottoscritto a consentirle, ad avallarle né tantomeno poteva impedirle, così come impropriamente afferma il commissario Amicone. Peraltro, anche il commissario Leombroni, con delibera Commissariale n. 60 del 04.11.2015 ha concesso, alla scadenza naturale, una proroga, agli stessi patti e condizioni, delle stesse Convenzioni di incarico”.
IL CONTRATTACCO – “Al commissario Amicone si vuole ricordare che sono ben altri i fatti che compromettono l’immagine e la credibilità dell’ente e riguardano gli affidamenti illegittimi a professionisti, senza gara ad evidenza pubblica, deliberati da lui stesso, violando così il decreto legge 163 del 2006.
Lo scorso mese di ottobre 2017, con delibera n. 324, ha approvato e liquidato una fattura dell’importo di €. 306.773,37, per lavori di completamento diga di Chiauci – Lotto 7 – I° stralcio ad uno studio tecnico per un incarico affidato senza nessuna gara ad evidenza pubblica, superando di gran lunga l’importo di euro 40 mila. Cosa ancor più grave è che il suddetto lotto di lavori era ricompreso negli otto interventi annullati dall’ex presidente Marchetti nel maggio 2014.
Nel mese di giugno 2017, sempre il commissario Amicone, con delibere nn. 147, 148 e 151 aveva resuscitato tre progetti ritenuti illegittimi dall’ex presidente Marchetti, affidando la progettazione e la direzione dei lavori sempre allo stesso studio tecnico.
Gli incarichi, rispettivamente di €. 199.850,29, €. 135.825,39 ed €. 314.290,00 sono stati affidati senza gara ad evidenza pubblica, nonostante gli importi superassero di gran lunga l’importo di euro 40 mila. Altro fatto importante che ha compromesso l’immagine e la credibilità del consorzio riguarda l’affidamento delle centraline idroelettriche con il progetto finanza (project financing). Nel mese di agosto 2013, la deputazione amministrativa dell’ente, presieduta dall’ex presidente Marchetti, aveva annullato ben sette convenzioni di incarico di progettazione per la realizzazione di opere per la produzione di energia elettrica, del valore complessivo di circa euro 50 milioni, che erano state stipulate da un dipendente consortile, R.U.P., senza alcun mandato e sempre con lo stesso studio tecnico, in via diretta (senza, quindi, una legittima procedura ad evidenza pubblica). L’aver annullato le dette Convenzioni ha permesso al Consorzio di ottenere un finanziamento dall’ex Agensud di Roma per la progettazione degli interventi idroelettrici. Il bando ministeriale prevedeva sia la progettazione che la realizzazione degli interventi idroelettrici ed escludeva, perentoriamente, il ricorso alla finanza di progetto (project financing).
Nel mese di ottobre 2015, approfittando dell’assenza del sottoscritto, il commissario Leombroni lo ha sostituito come RUP con lo stesso dipendente consortile che aveva preparato le sette convenzioni, il quale ha dato pareri favorevoli per le realizzazioni delle centraline a privati, con danni economici ingentissimi per il Consorzio e per la contribuenza consortile. Se con la costruzione in proprio delle centraline il consorzio poteva avere un’entrata annua di circa un milione di euro, con l’affidamento in progetto finanza a privati l’entrata per il Consorzio si aggira, a regime, intorno a 200 mila euro. Queste sono le gravi irregolarità che il sottoscritto ha già denunciato, da tempo, alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Vasto, e che comportano “rilevanti e documentati danni patrimoniali e morali e al Consorzio stesso e ai contribuenti che, da tre anni, pagano i contributi di bonifica raddoppiati. Ad ogni buon conto, il sottoscritto si riserva anche di agire contro il Commissario Amicone nelle sedi opportune per tutelare la propria immagine”.