Il 6 luglio il confronto tra accusa e difesa e poi la sentenza. Si avvicina il verdetto di secondo grado per l’omicidio di Vasto.
Nell’udienza di stamani, la Corte d’assise d’appello dell’Aquila ha ascoltato professor Renato Ariatti, consulente tecnico d’ufficio incaricato dalla Corte stessa di eseguire la perizia finalizzata ad accertare se l’imputato, Fabio Di Lello, era capace d’intendere e di volere al momento dell’omicidio di Italo d’Elisa, 21 anni, ucciso a colpi di pistola il 1° febbraio 2017. Sette mesi prima, a luglio, il giovane aveva investito, all’incrocio tra corso Mazzini e via Giulio Cesare, la moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi, 34 anni, causandone la morte.
In primo grado Di Lello è stato condannato a 30 anni di reclusione dalla Corte d’assise di Lanciano. La difesa, rappresentata dagli avvocati Giuliano Milia di Pescara e Pierpaolo Andreoni di Vasto, ha presentato l’appello da cui è scaturito il processo di secondo grado dinanzi ai giudici del capoluogo.
Oggi la penultima udienza. “Il dottor Ariatti ha confermato la documentazione medica, già agli atti fin dal processo di primo grado, sulla capacità d’intendere e volere”, afferma l’avvocato Pompeo Del Re, legale, insieme al suo collega Gianrico Ranaldi, dei familiari di d’Elisa, che si sono costituiti parte civile. “I genitori e gli zii, presenti in aula, sono fiduciosi riguardo all’esito del processo”.
“E’ una perizia complessa, lunga cento pagine”, dice l’avvocato Andreoni. “La leggeremo con attenzione e faremo le necessarie valutazioni in vista della discussione. Fabio è stato presente a tutte e quattro le udienze. E’ molto preoccupato per le condizioni di salute della madre”.
Il 6 luglio la discussione tra le parti: prima la requisitoria dell’accusa, poi le arringhe degli avvocati di parte civile e degli avvocati difensori. Quindi la sentenza la sera stessa o, al più tardi, il giorno successivo.