“A volte, d’estate, ti capita di aspettare 40 minuti sotto una pensilina bucata” raccontano David Theurillat e Luigi Zappacosta. Sono due attivisti del Comitato trasporti del Vastese, costituito lo scorso inverno da pendolari, autisti e rappresentanti sindacali per rivendicare servizi adeguati per coloro che, giornalmente, usano i mezzi pubblici, urbani ed extraurbani, per andare a scuola o al lavoro. Migliaia di persone.
Nei mesi scorsi, il Comitato ha distribuito un questionario a centinaia di studenti che prendono i mezzi pubblici tutti i giorni. A Zonalocale hanno mostrato i risultati.
Seicento intervistati – “Il sondaggio che abbiamo svolto – spiegano – è stato rivolto a un campione molto ampio di studenti, 601 per la precisione, che rappresentano circa il 50% dei 1200 ragazzi che ogni giorno usano gli autobus della rete urbana per raggiungere i plessi scolastici, non solo attraverso le linee dedicate – A1, B1, C1 – ma anche tramite le ordinarie linee 6 e 4, che seguono percorsi con cui i ragazzi giungono a destinazione. Il primo problema è il sovraffollamento delle linee scolastiche, cui va sommato un altro problema, che riguarda il traffico: il caos che si crea in piazza Spataro e via San Rocco all’ingresso e all’uscita dalle scuole: picchi di mezz’ora di confusione, ancor peggiori nei giorni in cui c’è il mercato”.
Tariffe – Nel mirino le tariffe stabilite dalla Regione: “Il prezzo del biglietto non è proporzionato all’effettivo percorso: 1 euro e 10 centesimi se acquistato nelle rivendite, 1 euro e 50 se comprato sull’autobus, sono troppi. Sarebbe più equo studiare tariffe in base al chilometraggio, visto che un chilometri di strada può costare 1 euro e 10, mentre, sugli extraurbani, il tragitto dal terminal bus fino a Casalbordino costa un euro e 40. E’ evidente la sproporzione tra le tariffe”.
Sera e notte – “Se gli orari di punta mattutini sono coperti, la qualità del servizio cala di pomeriggio, mentre di sera quasi tutte le periferie che rimangono totalmente scoperte”. Dopo le 20,30, infatti, esclusa Vasto Marina, le altre contrade restano scollegate centro urbano. “Si pensi – fanno notare i membri del comitato – all’Incoronata, una delle zone in cui il numero di abitanti è cresciuto tanto negli ultimi anni. Inoltre, coprire la fascia tra le 20 e mezzanotte significherebbe attuare l’equazione: più autobus, più sicurezza stradale. Non si obbligano le persone a prendere l’auto o la moto e si tutela anche l’ambiente, rendendo la città molto più vivibile. Anche se Vasto è una piccola città, spostarsi senza mezzi diventa problematico. Inoltre, c’è il discorso turistico. I turisti si lamentano di non poter visitare la città, soprattutto coloro che arrivano in treno alla stazione di Vasto-San Salvo”, mentre la seconda stazione, quella di Punta Penna, facilmente raggiungibile da chi abita nella zona nord della città e deve salire sui treni regionali, “non è coperta di domenica dal servizio urbano e, nei giorni feriali, in alcune fasce orarie, le attese per prendere l’autobus sono lunghe”.
“Razionalizzare” – Secondo il Comitato, “con lo stesso chilometraggio attuale, si potrebbero riorganizzare le tratte in modo più efficiente. Ad esempio, su parte del tracciato, le linee 4 e 6 sono doppioni. Per razionalizzare il servizio, bisognerebbe individuare dei punti di snodo del servizio urbano, da cui far partire percorsi navetta. Si risparmierebbero chilometri utili frazionando, ad esempio, tratte lunghe, come la numero 2, che collega Sant’Antonio Abate all’Incoronata, le due periferie opposte della città e non si costringerebbero tutti i mezzi pubblici a passare per piazza Verdi.
E’, inoltre, evidente un’incongruenza tra collegamenti urbani ed extraurbani. Non ci sono orari coordinati tra bus urbani ed extraurbani e, spesso, anche tra bus e treni. Se in Abruzzo i trasporti hanno subito tagli per evitare le perdite, è perché il servizio non è organizzato in modo adeguato e coerente”.