La gioia per la qualificazione al Mondiale e il dispiacere per la fine della storia del suo Brescia. Sono giorni dalle emozioni contrastanti per Daniela Sabatino, 32enne originaria di Castelguidone, protagonista della storica impresa della Nazionale femminile guidata da Milena Bertolini che, dopo 20 anni, tornerà a partecipare alla Coppa del Mondo nel 2019 in Francia.
Partiamo dalla fine. Nei giorni scorsi è arrivato l’addio del Brescia Femminile al campionato di serie A. Era una scelta che conoscevate o è stato un fulmine a ciel sereno?
Il presidente ci aveva comunicato già questa decisione, mancava solo l’ufficialità. Dispiace perchè il Brescia era una società importante che è cresciuta pian piano partendo dalla serie C fino a competere anche in Champions League. Io ho trascorso lì gli ultimi otto anni, per me è come una seconda famiglia, mi hanno fatto crescere dandomi l’opportunità di affermarmi come calciatrice e dispiace che sia finita così.
Il titolo delle leonesse è stato acquisito dal Milan. Tu cosa farai?
Mi prenderò qualche giorno di pausa e rifletterò sulle proposte che ho avuto. Ho un po’ di richieste ma vorrei giocare ancora ad alti livelli. Il mio sogno era quello di qualificarmi per il Mondiale e, ora che ci siamo, vorrei parteciparvi. Per questo voglio fare un anno importante, lavorare bene così da guadagnarmi la convocazione in Nazionale per Francia 2019.
[ads_dx]Quello conquistato nella sfida con il Portogallo è un traguardo storico che riporta il calcio femminile nella massima competizione dopo vent’anni. E tu sei stata grande protagonista, penso al gol partita nell’andata in Portogallo.
Sono contenta, ho giocato tutte le partite cercando di dare sempre il massimo. Abbiamo fatto delle gare di qualificazione stupende in cui abbiamo dimostrato la voglia di portare sempre a casa il risultato oltre a giocare bene. Questo si è visto anche nell’ultima partita: in cui avevamo “la fame” di andare al Mondiale e ci siamo riuscite.
Qual è stato il punto di forza che vi ha permesso di fare questo salto di qualità rispetto al passato?
La differenza l’ha fatta il gruppo, abbiamo lavorato duramente, abbiamo un ottimo staff che ci ha dato sempre tutti i suggerimenti per raggiungere dei traguardi importanti. Noi calciatrici abbiamo messo tutto il nostro impegno, siamo state sempre disponibili e penso che questo in campo si sia visto. Abbiamo cambiato mentalità, questo è anche merito della Federazione che ci ha dato a disposizione uno staff molto valido.
La qualificazione mondiale è sia un punto di arrivo che un punto di partenza per la definitiva consacrazione del movimento femminile. Il campionato è cresciuto di livello, c’è più attenzione mediatica, come stai vivendo questo momento?
A Brescia abbiamo fatto un campionato straordinario, nessuno ci credeva, io stessa non ritenevo potessimo fare ciò che abbiamo fatto. Purtroppo abbiamo perso lo spareggio scudetto contro la Juventus ai rigori, abbiamo perso una finale di Coppa Italia contro la Fiorentina arrivando alla partita stremate. Questo dispiace perchè avremmo voluto una fine diversa per il Brescia. Per l’interesse mediatico sono certamente contenta anche se un po’ dispiaciuta perchè arriva solo ora in cui, insomma, ho già qualche anno sulle spalle. Però, dai, meglio tardi che mai. Sono contenta che, anche con questo traguardo raggiunto dalla Nazionale, i telegiornali, i giornali inizino a parlare di noi ed è un bene per tutto il movimento del calcio femminile.
Un movimento che cresce può dare forza anche a realtà che fanno fatica ad affermarsi. Tu, per giocare, hai dovuto lasciare l’Abruzzo per trasferirti al Nord.
Purtroppo sono dovuta andare via da casa quando ero piccola lasciando giù la mia famiglia, gli amici, che comunque mi sono sempre vicini. La mia famiglia mi ha spinto sempre nel fare la scelta migliore per me e di questo devo solo ringraziarli. Sono dovuta venire qui per giocare ad alti livelli perchè al sud si è ancora un po’ indietro.
Tra le immagini più emozionanti dopo la vittoria-qualificazione c’è il tuo lungo abbraccio con la dirigente federale Elide Martini. Che emozioni c’erano in quei momenti?
Elide è la nostra segretaria, poteva andare in pensione ma è voluta restare per accompagnarci alla qualificazione del Mondiale. Per noi è un simbolo, è una persona molto disponibile, ci aiuta tantissimo, ha giocato a calcio e ha tanta esperienza. È un punto fermo e in quel momento le ho detto che avrebbe dovuto lavorare un altro anno per accompagnarci al Mondiale. Lei, ovviamente, ne era molto felice!
Guardando già all’anno prossimo potremmo avere un’abruzzese ai Mondiali. Un paio di corregionali (Grosso e Oddo) nel 2006 fecero cose di una “certa importanza”. Sogni di ripetere il loro cammino?
E sì, lo ricordo bene cosa hanno fatto! Per noi è stato già un sogno arrivarci e di sicuro vorremmo dire la nostra anche durante il Mondiale. Abbiamo un anno di tempo per prepararci al meglio, dopo conosceremo anche le squadre che affronteremo ma di sicuro vogliamo far bene. Adesso l’Italia viene un po’ di più rispettata in campo internazionale.