Venticinque anni di battaglie hanno dato i frutti sperati: l’ecomostro di monte Carunchino non c’è più, la zona è stata riqualificata e riconsegnata alla comunità.
STRUTTURA MAI COMPLETATA – La vicenda è quella del ripetitore Riam di Torrebruna, di proprietà dell’Enel. Il 22 luglio del 1993 la società elettrica chiese in comodato d’uso il terreno di proprietà comunale sul monte Carunchino, un punto che domina tutta la vallata del Trigno. Solo un mese dopo, il consiglio comunale approva la convenzione. Iniziano così i lavori di realizzazione del ripetitore che però si fermano subito dopo, definitivamente. La struttura era difforme da quella approvata e finisce al centro di un contenzioso ventennale che porta all’inevitabile abbandono dell’area.
L’ammasso ferroso resta così incompleto, instabile e inutilizzato, tutta l’area è interessata da degrado ambientale e condizioni di insicurezza a causa delle buche lasciate in fase di costruzione. Nel corso degli anni, inoltre, non mancano i ladri di metalli che portano via le parti più piccole della struttura.
In tanti sono legati a quella zona di alto valore ambientale, tra questi Mauro Pepe, il primo a sollevare la questione e realizzare un vero e proprio book fotografico di denuncia contro lo scempio sulla montagna (sue le foto in questo articolo e nella gallery).
[ant_dx]ARRIVA LA WIND – La situazione cambia con la nascita della Wind. La società di telefonia mobile, venuta fuori da una costola dell’Enel, ritiene (erroneamente) ancora valida la convenzione stipulata nel 1993 e installa un’antenna-ripetitore senza alcuna autorizzazione comunale.
Dopo il suo insediamento nel 2014, l’allora neo-sindaco Cristina Lella cerca di mettere mano all’intricata matassa. “È stato difficilissimo anche solo risalire alla proprietà della struttura – dice la prima cittadina a zonalocale.it – ma si trattava di una situazione che avevamo intenzione di risolvere in un modo o nell’altro. L’area è di particolare pregio ambientale, da lì si può ammirare tutta la vallata fino al mar Adriatico”.
Passano così altri tre anni di solleciti e trattative per arrivare finalmente all’accordo con la Wind: investimento a carico della società di 50mila euro per smantellare l’impianto, bonificare e sistemare l’area (il ripetitore installato è stato spostato in un’altra zona dove sono già presenti altri impianti simili). Nell’ottobre 2017 è stato presentato il piano di ripristino e nel mese scorso sono iniziati i lavori che si sono conclusi alcuni giorni fa.
Ora al posto del traliccio lasciato a metà c’è un’area pic nic a disposizione di tutti a partire già dalla camminata in programma domenica prossima [LEGGI]. Il ferro è stato avviato a recupero, mentre le betonelle saranno probabilmente usate per pavimentare l’ingresso della piazzola di atterraggio dell’eliambulanza inaugurata l’anno scorso.
“Desidero ringraziare i tecnici del Comune e tutti coloro che ci hanno supportato nella vicenda – commenta oggi il sindaco Lella – ringrazio anche la Wind con la quale abbiamo trovato un accordo. È stata durissima, ma ce l’abbiamo fatta. A volte il duro, costante e tenace lavoro paga”.
E tra i più felici per lo smantellamento c’è Pepe, legatissimo alla montagna dei torresi; il suo è un esempio di impegno civile per la perseveranza con la quale ha continuato a tenere alta l’attenzione sulla vicenda: “Sono davvero felice, sono stati riconsegnati dignità e decoro a un luogo al quale sono legatissimo da vincoli affettivi e di appartenenza al territorio”.
Foto – Il traliccio abbandonato di Torrebruna
Foto di Mauro Pepe