Sei indagati escono dalla maxi inchiesta sui matrimoni combinati tra il Vastese e Santo Domingo.
Il gup del Tribunale di Vasto, Italo Radoccia, nei loro confronti ha emesso una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste: non saranno, dunque, processati dal Tribunale collegiale, che sarà chiamato a giudicare altri 14 indagati, mentre per i tre che hanno scelto il rito abbreviato è arrivata la condanna: 4 anni e 3 mesi per Ramona Payano Munoz e Sorangel Munoz Ortega, 6 mesi per Giancarlo Braggio.
Era scattato il 18 febbraio 2016 il blitz dei carabinieri al termine dell’inchiesta, avviata nel 2014 dai carabinieri della Stazione di Roccaspinalveti, agli ordini del luogotenente Antonello Carnevale (che attualmente comanda la Stazione di San Salvo), sotto il coordinamento della Procura. All’operazione avevano partecipato militari della Compagnia di Vasto e delle Stazioni di San Buono e Roccaspinalveti: 5 gli arrestati, 27 i denunciati. Le ordinanze di custodia cautelare erano state notificate a Vasto, Roccaspinalveti, Guglionesi (Campobasso) e Vimercate (Milano). Le accuse: associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e della permanenza degli stessi clandestini sul territorio nazionale.
Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero, attraverso matrimoni combinati, favorito l’ingresso illegale di extracomunitari in Italia. In base alle indagini di Procura e carabinieri, gli arrestati, previa riscossione di somme varianti da 5mila a 10mila euro, raggiungevano la Repubblica Dominicana insieme ai complici disposti a contrarre il matrimonio fittizio.
[mic_dx]Oggi al vaglio del giudice per le indagini preliminari c’erano le posizioni di 28 persone. La pubblica accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Gabriella De Lucia, ha chiesto la condanna per i tre che avevano scelto il rito abbreviato e il rinvio a giudizio per gli altri 20. Sospeso, invece, il processo per 5 persone irreperibili. Gli avvocati difensori – Cerella, Morelli, Cibelli, Maselli, Chieffo, Sichetti, Damiano e D’Alessandro – hanno invece chiesto, a seconda dei casi specifici, per i loro assistiti l’assoluzione e il proscioglimento per non luogo a procedere.
Il gup ha condannato i tre imputati che avevano scelto l’abbreviato, rinviato a giudizio 14 indagati e sentenziato il non luogo a procedere nei confronti di altri 6, che così escono definitivamente dalla vicenda giudiziaria. “E’ stata accertata la loro estraneità alle ipotesi di reato, infatti sono stati prosciolti con formula piena per non aver commesso il fatto”, commenta l’avvocato Pasquale Morelli, che difendeva due persone coinvolte nell’inchiesta.
Il 2 ottobre per i rinviati a giudizio inizierà il processo con rito ordinario dinanzi alla corte presieduta da Bruno Giangiacomo.