L’emorragia non si ferma. Del resto, le opportunità di lavoro sono ancora troppo poche e le imprese in crisi ancora troppe.
Sono, in media, poco meno di un centinaio all’anno i vastesi che emigrano all’estero. Lo confermano i numeri ufficiali, che tanto freddi non sono: servono a raccontare non solo l’ambizione legittima di coloro che cercano oltre confine la realizzazione dei propri sogni, ma anche e soprattutto la necessità di andarsene di chi sarebbe rimasto, se avesse trovato un impiego.
Quasi tre anni dopo l’inchiesta dell’ottobre 2015 [LEGGI], Zonalocale torna ad analizzare i dati numerici dell’Aire, anagrafe dei residenti all’estero (che serve a garantire il diritto al voto anche ai domiciliati al di fuori del territorio nazionale), in cui sono registrate le persone che vivono stabilmente in altri Stati.
I vastesi, la maggior parte dei quali sotto i 40 anni, che si sono trasferiti al di fuori dei confini nazionali sono aumentati negli ultimi due anni e otto mesi: se tra il 2011 e il 2015, gli anni peggiori della crisi, mille persone avevano lasciato la città, dal 2015 agli inizi di giugno 2018 altre 280 persone hanno fatto la stessa scelta.
I numeri – Nel 2015, erano 4mila 531. Ora sono 4mila 814.
Sono 936 i vastesi in Argentina, 685 in Germania. Seguono Australia (654), Belgio (612), Francia (480), Svizzera (327), Regno Unito (213), Brasile (180), Stati Uniti (141), Cile (130), Sud Africa (90), Spagna (82), Bolivia (42), poi tutte le altre nazioni.
Ci sono vastesi in 65 Stati del mondo. Se ne dovrebbe tenere conto quando si parla di città in costante crescita demografica. In realtà, a rischio spopolamento.