Ricorso accolto, ordinanza n. 15/2014 annullata e Comune condannato a pagare le spese. Il 4 giugno scorso il Tar di Pescara (giudici: Alberto Tramaglini, Presidente – Renata Emma Ianigro, Consigliere – Massimiliano Balloriani, Consigliere Estensore) si è espresso sull’annosa questione degli orari della musica a San Salvo marina. Il tribunale amministrativo era stato chiamato da Patrizia Oriente e Federico Liberatore in rappresentanza del complesso residenziale “Villaggio Helios” (che si trova a ridosso del piazzale Cristoforo Colombo, dove si concentra la maggior parte dei concerti) a esprimersi sull’ordinanza di quattro anni fa riesumata dopo l’annullamento di quella successiva (del 2015).
I ricorrenti – rappresentati dall’avvocato Lucia Liberatore – chiedevano l’annullamento dell’atto amministrativo. Da anni ormai la movida della marina è al centro dello scontro tra esigenze diverse [LEGGI]: da una parte quei turisti che hanno la casa al mare alla ricerca di maggiore pace e tranquillità, dall’altra chi sta puntando sulla marina sansalvese come località in grado di attrarre un pubblico più giovane con eventi musicali, discoteca e spettacoli all’aperto che si protraggono fino a tardi.
[ant_dx]Dal punto di vista pratico, la sconfitta al Tar del Comune cambia poco. Tra i punti contestati, infatti, c’era la natura regolamentare dell’atto che doveva passare in consiglio non potendo essere redatto dal solo sindaco. Nell’aprile scorso l’amministrazione di Tiziana Magnacca ha posto rimedio a questa stortura approvando nell’assise civica il nuovo regolamento: stop alla musica all’aperto all’1.30 nel centro abitato e alle 2.30 (alle 3 dal 15 luglio al 15 agosto) nelle zone limitrofe con il limite dei 55 decibel dopo la mezzanotte.
La sentenza del Tar, però, richiamando la precedente, relativa all’ordinanza del 2015, evidenzia anche un’altra difformità: “la ricordata legge regionale (n. 23 del 2007) prescriveva che i comuni, nell’adottare i regolamenti in questione, dovevano rispettare i criteri fissati dalla giunta regionale per le temporanee attività, criteri effettivamente fissati con la delibera n. 770/2011, ma derogati ingiustificatamente dall’ordinanza sindacale impugnata sia quanto agli orari, sia quanto ai limiti di cui al d.P.C.M. 14/11/1997, giacché il provvedimento impugnato autorizzava nelle ore notturne valori ben superiori a quelli fissati da tale d.P.C.M., con riferimento alla classe di territorio in cui insisteva l’immobile della ricorrente”. Sul limite dei decibel da rispettare, il Pd di San Salvo aveva denunciato l’assenza di vigili rubani in servizio notturno che possano svolgere i controlli [LEGGI].
Per ora, in attesa della prossima puntata, il Comune di San Salvo – rappresentato nella vicenda dall’avvocato Donatella Aquilano – dovrà pagare le spese legali alla ricorrente: 2mila euro. Per l’ente si tratta della terza sconfitta su questo argomento dopo le due sentenze avverse sull’ordinanza 2015 di Tar e Consiglio di Stato.