Di cosa parliamo – Il 15 luglio scadrà il contratto ventennale tra il Comune di Vasto e la Pulchra spa, la società che gestisce i servizi di raccolta differenziata e igiene urbana in città. Costituita nel 1998 dall’allora amministrazione comunale di centrodestra guidata da Giuseppe Tagliente, la Pulchra è al 51% del Comune e al 49% del socio privato, la Sapi srl, di cui è amministratore unico l’imprenditore vastese Gianni Petroro.
E’ durato a lungo l’acceso dibattito politico sulla procedura da seguire per il futuro appalto e, di conseguenza, sulla possibile soluzione. Il Consiglio comunale, la maggioranza di centrosinistra ha deciso che la quota pubblica sarà messa in vendita. Il contratto del 1998 prevede che, in caso di vendita delle azioni del Comune, alla Sapi spetti un diritto di prelazione.
Da mesi, il Movimento 5 Stelle chiede chiarimenti su quelle che ritiene siano anomalie del contratto tra la Pulchra e il Comune di Vasto. In Commissione di Vigilanza si apre un altro fronte di verifica.
VASTO – Secondo i calcoli del Movimento 5 Stelle, mancano all’appello 932 mila euro. Soldi che il Comune avrebbe dovuto incassare dalla raccolta differenziata e che non ha mai ricevuto. Si apre un nuovo fronte nel caso Pulchra.
La questione emerge nella relazione presentata dalla consigliera comunale Dina Carinci nella seduta di ieri pomeriggio della Commissione di Vigilanza del Consiglio comunale, convocata dal presidente, Vincenzo Suriani (FdI) e composta da Luciano Lapenna (Pd); Vincenzo Sputore (Pd), Roberta Nicoletti (Pd), Marco Marra (Si per Vasto), Elio Baccalà (Patto con Vasto), Giovanna Paolino (Avanti Vasto), Lucia Perilli (Città virtuosa), Alessandra Cappa (Lega), Francesco Prospero (Lega), Davide D’Alessandro (Lega), Guido Giangiacomo (Forza Italia), Edmondo Laudazi (Il Nuovo Faro), Dina Carinci (M5S) e Alessandro d’Elisa (Gruppo misto).
Nel mirino dei Cinquestelle finisce stavolta “il contratto stipulato nel 2010 con la Pulchra”, la società di igiene urbana di cui il Comune detiene il 52% delle azioni, “per l’estensione della raccolta differenziata a tutta la città, tranne Vasto Marina”, dove la la filiera del riciclaggio dell’immondizia è stata attivata solo due anni fa, precisamente il 20 giugno 2018.
In base al contratto, “al Comune spettano, per i rifiuti differenziati, 185mila 828 euro l’anno”, scandisce Carinci. Secondo il M5S, la cifra sarebbe il risultato di un calcolo errato, in base al quale “il Comune ha ottenuto solo il 50% del ricavo”, ragion per cui “c’è una differenza di 932mila euro tra ciò che il Comune avrebbe dovuto avere e ciò che ha effettivamente avuto”. Ma c’è anche un’altra questione.
[mic_dx]La contestazione riguarda anche per spese per il processo di “selezione multimateriale, che costa al Comune di Vasto 90 euro a tonnellata che, moltiplicate per le mille tonnellate risultanti dai documenti, fanno 90mila euro. In realtà – sottolinea Carinci – Vasto non ha mai prodotto mille tonnellate di rifiuti, ma si è sempre attestata al di sotto di quella soglia, in alcuni anni è scesa anche a 600″. Quindi chiede che venga accertato “se i cittadini hanno sborsato ingiustamente”.
“Dobbiamo chiarire tutto”, precisa Lapenna. “Non c’è interesse della maggioranza a non chiarire”. Laudazi auspica “una commissione di studio” e ricorda che “a breve verrà costituita l’Agir, autorità regionale per la gestione integrata dei rifiuti, in cui Vasto deve avere un suo rappresentante”.
Sputore propone di “inviare la relazione alla Pulchra per ottenere una risposta. Se non ci soddisfa, convochiamo in audizione i vertici della società”.
Alla fine, la decisione: la relazione verrà ulteriormente dettagliata dal M5S e “inviata dalla Commissione alla Pulchra – dice Suriani – cui daremo un termine di 15 giorni per la risposta”.