Un faro. “Come quello di Punta Penna che ci contraddistingue, che è il secondo più alto d’Italia dopo la Lanterna di Genova”, ricorda Vittorio Melone, presidente dell’Ordine degli avvocati di Vasto. I ragazzi del Liceo Pantini-Pudente e le classi terze della scuola media Rossetti hanno modellato la scultura cui hanno dato la forma della torre che sorregge il fascio di luce che guida i marinai nel Medio Adriatico. Da oggi, quella scultura, realizzata sotto la supervisione di Giuseppe Colangelo, Alessandra Minerva e Stefania D’Orazio, abbellisce l’atrio d’ingresso del palazzo di giustizia di via Bachelet.
Si apre così, a Vasto, la Giornata della Legalità, cui partecipano anche gli studenti dell’Istituto Palizzi e del Liceo Mattioli.
Dal piano terra, circa 300 ragazzi si spostano nella platea dell’aula magna Carlo Anelli. Davanti alla vetrata del primo piano c’è il tavolo dei relatori: il giudice Italo Radoccia, il procuratore Giampiero Di Florio, il presidente dell’Ordine degli avvocati, Vittorio Melone, il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta. Dibattito moderato dall’avvocato Giampaolo Di Marco. In prima fila autorità civili e militari.
Rispetto delle regole e pericoli creati da un utilizzo distorto di Internet: su questi due binari si muove la lezione di legalità fatta da coloro che hanno tutti i giorni a che fare con le leggi e combattono, ognuno nel proprio ruolo, l’illegalità.
“Lo Stato deve garantire il benessere dei cittadini”, ammonisce Radoccia, che è stato magistrato in Calabria, dove chi amministra la giustizia deve vedersela con la criminalità organizzata. Dove lo Stato non assicura ai cittadini dignitose condizioni di vita, ci sono persone che si fidano più della criminalità che delle istituzioni statali.
“La possibilità – spiega il magistrato – è il presupposto della doverosità. Dove ci sono più opzioni, va fatta una scelta. Le regole sono fatte per tenere unita la comunità. La regola che vale per me vale anche per te. Altrimenti salterebbe il contratto sociale che è alla base della comunità”. Ma attenzione ai pericoli: “Nella rete delle norme, il piccolo resta impigliato, il grande la infrange. La semplice legalità non basta, se non è corroborata dai principi”.
“Sul cyberbullismo – spiega Di Florio – il legislatore ha dato per scontato che le famiglie non diano più la necessaria educazione e l’ha demandata alle scuole”. “Avete la possibilità di educare anche il vostro vicino di banco” e auspica “nuove forme di collaborazione educativa tra scuola e cittadinanza”, ma anche “una rete tra scuole ed enti pubblici per cercare di moralizzare la comunicazione su Internet”. Navigando nella Rete, “fate attenzione a cliccare Accetto. Leggete bene prima di accettare”.
Il sindaco dei ragazzi, Simone Di Minni, invita a non pensare che “la libertà sia fare ciò che si vuole”.
[mic_dx]Il presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, parla delle migliaia di fake news che circolano su internet e ricorda che quello dei giornalisti è “un metodo scientifico che consente di distinguere le fonti vere da quelle false”. Ad esempio, “l’equazione immigrazione uguale terrorismo è fuorviante e, in qualche modo, strumentale, usata spesso per fini politici”.
Al termine della Giornata della legalità, Melone si dice “contento, perché anche quest’anno c’è stato il coinvolgimento di studenti e docenti. Un dibattito, ben moderato dall’avvocato Di Marco, che ci ha consentito di ascoltare personalità di un certo livello professionale. Per il prossimo anno, l’obiettivo è rinnovare questa iniziativa, aggiungendo agli incontri itineranti nelle scuole anche progetti che vedano progagonisti i giovani”.