La Cupello Ambiente ci riprova alzando la posta in gioco. Giovedì scorso, la società che gestisce la terza vasca del Civeta ha ripresentato in Regione il progetto di una discarica in località Valle Cena: capacità di 480.750 metri cubi, un’area interessata di 6 ettari per sette anni e mezzo di vita stimata.
La società di Rocco Bonassisa ci riprova, quindi, dopo il tentativo dell’autunno scorso quando fu protagonista della paradossale vicenda del progetto presentato indebitamente a nome del consorzio Civeta (come quarta vasca a servizio del consorzio). Dopo diversi incontri chiarificatori con il commissario Franco Gerardini, la Cupello Ambiente ritirò il progetto [LEGGI].
AUMENTO DELLA CAPACITÀ – La capienza dell’invaso è aumentata. Il progetto precedente era di 455mila metri cubi. La società stima una vita della discarica di sette anni e mezzo durante i quali ipotizza un flusso medio di rifiuti da smaltire di circa 65mila tonnellate all’anno (la stima è fatta in base alle caratteristiche del terzo invaso Civeta inaugurato nel 2016). “La densità dei rifiuti da allocare in discarica – si legge nella sintesi non tecnica – considerando i pretrattamenti subiti, si può stimare pari a circa 1 t/m³ e pertanto, considerando una perdita di volume pari a circa il 10% per le operazioni di copertura giornaliera, il volume complessivo dell’invaso è di circa 534.200 m³”.
[ant_dx]IL BIOREATTORE – Il progetto prevede anche la destinazione di un settore della discarica a ospitare un bioreattore per aumentare l’attività di decomposione dei rifiuti.
Il gas estratto sarà usato per produrre energia elettrica da imettere nella rete attraverso un gruppo di cogenerazione da due motori (ciascuno della potenza di 300 Kw).
I RIFIUTI – La tipologia dei rifiuti ammessi in discarica è quella dei “Non pericolosi”. Nello specifico, le categorie ammesse sono le seguenti elencate nella documentazione presentata al comitato di Valutazione d’Impatto Ambientale:
“CER 19 12 12: scarti e sovvalli nel pieno rispetto di quanto prescritto dal D. Lgs. 36/03 e s.m.i. e dal D.M. 27.09.2010 e s.m.i.;
CER 19 05 03: F.O.S. e compost fuori specifica (nel rispetto dei limiti di cui alla Tabella C della DGR n. 1528/06) per i seguenti impieghi:
– Ripristini ambientali, secondo quanto disposto dalla DGR n. 400/04 e s.m.i: come terra di ricopertura giornaliera, in purezza o in miscela con materiali inerti, durante la coltivazione della discarica (capping periodico). Il quantitativo di FOS utilizzato per la ricopertura giornaliera non supererà il 10% in peso di rifiuti mediamente conferito in discarica.
– Previa comunicazione agli Enti di controllo, F.O.S. e compost fuori specifica (nel rispetto dei limiti di cui alla Tabella C della DGR n. 1528/06), nel pieno rispetto di quanto previsto dal D. Lgs. 36/06 e s.m.i. e dal D.M. 27.09.2010 e s.m.i.;
CER 19 06 04: digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani, nel pieno rispetto di quanto prescritto dal D. Lgs. 36/03 e s.m.i. e dal D.M. 27.09.2010 e s.m.i.
Ai sensi dell’art. 7 comma 1 lettera b) del D.M. 27/09/2010 “Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica”, si richiede l’autorizzazione all’autorità competente, per un settore confinato della discarica di progetto (sigla Lotto A.2), per la seguente sottocategoria di discarica per rifiuti non pericolosi:
b) discarica per rifiuti in gran parte organici da suddividersi in discariche considerate bioreattori con recupero di biogas e discariche per rifiuti organici pretrattati.
In tale settore confinato saranno depositati i seguenti codici C.E.R.:
CER 19 05 03: F.O.S. e compost fuori specifica (nel rispetto dei limiti di cui alla Tabella C della DGR n. 1528/06), nel pieno rispetto di quanto previsto dal D. Lgs. 36/06 e s.m.i. e dal D.M. 27.09.2010 e s.m.i.;
CER 19 06 04: digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani, nel pieno rispetto di quanto prescritto dal D. Lgs. 36/03 e s.m.i. e dal D.M. 27.09.2010 e s.m.i.;
CER 19 08 05: fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane, nel pieno rispetto di quanto prescritto dal D. Lgs. 36/03 e s.m.i. e dal D.M. 27.09.2010 e s.m.i.”
EFFETTO CUMULO – La zona, oltre a ospitare il consorzio intercomunale, è la stessa individuata dalla Vallecena srl. di Gianni Petroro per la discarica da 155mila metri cubi per rifiuti non pericolosi in territorio di Furci; una vicenda che va avanti da oltre 10 anni e che nelle scorse settimane ha visto il respingimento del ricorso della società da parte del Tar sull’ennesima richiesta di integrazione documentale [LEGGI].
Proprio sulla concentrazione di progetti simili nella stessa zona Marco Severo dell’associazione Noi messi da parte suona il campanello d’allarme: “A nostro avviso seppur ricadente in area definita dal piano regionale di gestione rifiuti come area a fattore di opportunita localizzativa, in valutazione di impatto ambientale, va tenuto conto, seriamente, dell’enorme effetto cumulo dovuto dai numerosi impianti di trattamento rifiuti già presenti nella stessa zona“.