L’ora è grave e la situazione della Pilkington preoccupa non poco. Nell’aula consiliare di San Salvo a sei anni di distanza dall’ultima volta, dirigenti della multinazionale, sindacati, politica a più livelli e istituzioni si confronteranno sulle prospettive poco rosee della fabbrica che produce vetri per auto.
Stando ai freddi numeri, la situazione all’orizzonte dello stabilimento sansalvese della multinazionale è più grave di quella del 2012 – quando con l’aministrazione Magnacca appena insediatasi, si tenne un affollato consiglio comunale sull’argomento – nonostante i sei anni di ammortizzatori sociali.
LUGLIO 2012, 624 ESUBERI – A fine giugno di quell’anno arrivò la firma dell’accordo tra sindacati e azienda sull’applicazione dei contratti di solidarietà che sarebbero partiti di lì a poco. Per la prima volta venne enunciato il motto destinato a diventare un ritornello: “Lavorare tutti, lavorare meno” ovvero riduzione oraria e di stipendio per non lasciare a piedi nessuno. Gli esuberi annunciati dall’azienda ammontavano a 624 unità.
[ant_dx]L’allora minoranza sansalvese chiese e ottenne un consiglio comunale sull’argomento durante il quale il presidente Pilkington, Graziano Marcovecchio indicò la strada per uscire dal tunnel: “Gli esuberi non rientrano nelle strategie aziendali, ma sono dettati dal mercato. La crisi c’è e non durerà un mese o un anno, ma sarà lunga. Dobbiamo dimostrare agli azionisti che oltre agli ammortizzatori sociali stiamo preparando il futuro: snellire la burocrazia, che in altri Paesi è la punta di diamante, ottimizzare il sistema rifiuti per diminuire la Tarsu, portare l’Irap agli stessi livelli di altre regioni (oggi la Pilkington paga 5 milioni) e migliorare la logistica con il porto e la linea ferroviaria”.
21 MAGGIO 2018 – Il prossimo 21 maggio nella stessa aula gran parte degli attori della vicenda di sei anni fa si ritroveranno, convocati da Tiziana Magnacca. L’invito è per i 21 parlamentari abruzzesi, il presidente Pilkington, i sindacati e il governatore della regione, Luciano D’Alfonso.
Ad oggi gli esuberi sono 140 per i quali a luglio potrebbe aprirsi la procedura di licenziamento collettivo. A preoccupare sono le prospettive per il 2020/2021, quando il rischio sarà di ben 800 esuberi anche a causa della concomitante fine del ricorso agli ammortizzatori (previste per il prossimo mese di settembre).
Sei lunghi anni di solidarietà non sono bastati. Dov’è il futuro citato da Marcovecchio? La burocrazia continua a influire negativamente sui tempi d’impresa, la tassazione non ha fatto passi in avanti (a San Salvo è recente la polemica politica proprio sulla tassazione delle aziende, LEGGI) e la logistica? L’ultimo miglio ferroviario verso il porto continua a essere una chimera. Basti pensare che l’ultimo annuncio risale solo a qualche settimana fa: sono in corso i “carotaggi per accertare la composizione degli strati sotterranei” [LEGGI].
LE RESPONSABILITÀ DELL’AZIENDA – Ritardi e mancata programmazione del futuro non possono essere addebitati solo al Sistema Italia. Lo hanno detto chiaramente anche i sindacati durante l’attivo unitario di fine aprile [LEGGI]. In sei anni di solidarietà la Pilkington non si è dotata di impianti di nuova generazione per aggiudicarsi quelle commesse che oggi il gruppo Nsg vince solo con lo stabilimento polacco (un esempio fatto dai sindacati è quello dei laterali laminati).
La “preparazione del futuro” che avrebbe dovuto “convincere gli investitori”, citata da Marcovecchio, stando ai numeri e ai sindacati non sembra essere stata incisiva.
“AMMINISTRAZIONE VASTESE INDIFFERENTE” – Intanto, la questione è tornata nell’agenda politica. I consiglieri comunali leghisti di Vasto, saliti da poco sul Carroccio (Alessandra Cappa, Davide D’Alessandro e Francesco Prospero), hanno interrogato il sindaco Francesco Menna: “La preoccupazione di tante famiglie, anche di dipendenti dell’indotto Pilkington, non sembra aver trovato eco alcuna all’interno dell’amministrazione comunale di Vasto che, fino ad ora, non ha assunto alcuna iniziativa per avviare anche un percorso minimo di confronto con l’azienda e di fattivo sostegno all’attività sindacale. Da parte dell’amministrazione ci sono indifferenza e silenzio. Come consiglieri della Lega siamo vicini alle tante famiglie del territorio chiamate a convivere con la precarietà”.
“Non ho dubbi che insieme ce la faremo e all’ultimo consiglio comunale di questo mandato staremo qui a parlare di temi più felici”, disse in chiusura d’intervento Marcovecchio sei anni fa. In consiglio comunale, da quel 6 luglio 2012, non si è discusso più di Pilkington e futuro; se ne parlerà tra 7 giorni e i temi non saranno così felici.