Diventa una questione giudiziaria la frana che, tre anni fa, si portò via un pezzo del muraglione di Palazzo d’Avalos.
L’ex sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, e tre funzionari comunali sono indagati per il crollo di una porzione del muro di contenimento dei giardini.
Secondo la Procura di Vasto, Lapenna, Vincenzo Marcello, Roberto D’Ermilio e Michele D’Annunzio non avrebbero adottato adeguate misure atte a scongiurare il possibile pericolo per l’incolumità pubblica. Dei tre dirigenti municipali coinvolti nell’inchiesta coordinata procuratore Giampiero Di Florio, Marcello e D’Ermilio sono in pensione, D’Annunzio è attualmente in servizio.
L’indagine ruota attorno al parziale cedimento del terrapieno sottostante l’angolo sud-est dell’edificio monumentale affacciato sul panoramico costone orientale della città antica [LEGGI]. Lo smottamento avvenne tre anni fa, nella mattina del 24 gennaio 2015. A seguito di quella frana, alcuni esponenti dell’opposizione presentarono degli esposti alla magistratura.
[mic_dx]E’ lo stesso ex primo cittadino, stamattina, a diffondere la notizia: “Indagato dalla Procura di Vasto per il crollo del muro di Palazzo d’Avalos. Poveri sindaci!!”, scrive sul suo profilo Facebook Lapenna, sindaco di Vasto dal 2006 al 2016, attuale consigliere comunale del Pd e presidente regionale dell’Anci, associazione nazionale dei Comuni d’Italia. E’ difeso dall’avvocato Fabio Giangiacomo: “Sto andando a prendere le carte”, dice alle 11,30 il legale nell’atrio del palazzo di giustizia. Un faldone da 1800 pagine.
Nelle ore successive all’ingente caduta di mattoni, pietre, terra e vegetazione, un sopralluogo fu compiuto dai tecnici del Genio civile e dal presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. I lavori di messa in sicurezza e ripristino cominciarono a metà giugno 2015 per terminare agli inizi di marzo dell’anno successivo, quando la stradina sottostante, via Porta Palazzo, fu riaperta al traffico.